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Nessun colpo di scena

Dopo un intenso scambio di opinioni, domenica 17 giugno Gottfried Locher è stato eletto per la terza volta presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (Fces), dall’assemblea dei delegati, organo legislativo, riunita fino a domani (martedì 19) a Sciaffusa. All’ordine del giorno dell’incontro, anche la seconda lettura del progetto di Costituzione della Fces, che dovrebbe dare origine, con la ratifica alla fine dell’anno, a una nuova denominazione nazionale, quella di «Chiesa evangelica riformata in Svizzera» (su questo tema si era svolta alla fine di aprile una assemblea straordinaria per discutere del testo in prima lettura).
Per quasi due ore i delegati hanno espresso le loro opinioni sui due candidati: oltre all’attuale presidente Gottfried Locher c’era infatti la pastora zurighese Rita Famos. Al momento del voto, svoltosi a scrutinio segreto, il pastore bernese cinquantunenne ha ottenuto 43 voti su 67, ottenendo il suo terzo mandato per il periodo 2019-2022. «Un reale processo democratico si ottiene attraverso le scelte. E se si fosse eletta una donna, sarebbe stato un forte segnale per l’ecumenismo», ha affermato Ruth Kremer, della Chiesa del Canton Argovia.
Fino all’esito del voto, però, il risultato non era per nulla scontato: nelle ultime settimane, diverse critiche erano state mosse al presidente dalla stampa della Svizzera germanofona, in particolare riguardo al suo rapporto con il potere e al suo modo di comunicare. «Abbiamo esaminato questi rimproveri: ci sono in effetti delle possibilità di miglioramento, ma non c’è alcuna indicazione di un comportamento inappropriato», ha sottolineato Johannes Roth, presidente della Commissione d’esame sulla gestione e delegato della Chiesa del cantone di Zugo. Diversi delegati hanno, in effetti, deplorato le critiche rivolte al presidente. «Fare di Gottfried Locher un patriarca che disprezza le donne non è serio», protesta Martin Schmidt, Chiesa del cantone di San Gallo, e aggiunge: «Consideriamo la modifica della Costituzione come un bel risultato di Gottfried Locher». Da parte sua, Michel Müller della Chiesa di Zurigo ha espresso la sua insoddisfazione, dicendo: «Si accusa la stampa, ma vogliamo davvero un presidente che non reagisce alle critiche? Questa elezione può spaventare, ma la fiducia non si impone con il potere».
L’altra candidata, la pastora cinquantaduenne Rita Famos, direttrice del Dipartimento per la cura d’anime della Chiesa evangelica riformata del Canton Zurigo, ha ricevuto un ampio sostegno. Descritta come donna intelligente, impegnata e comunicativa, ma anche «con un grande cuore», Rita Famos sembrava la candidata ideale per un buon numero di persone. «Dopo tutte le modifiche fatte a livello di Costituzione, penso che Rita Famos sia la candidata migliore», sottolinea Lars Syring della Chiesa del cantone di Appenzello.
Dopo il risultato delle votazioni Famos ha commentato: «Queste ultime tre settimane sono state particolarmente movimentate, ma questo dimostra che la base della chiesa si interessa a chi la dirige e che vuole una chiesa democratica, che sappia discutere». E il vincitore Locher conclude: «Oggi abbiamo potuto affrontare degli aspetti importanti. Continuerò a fare degli errori e devo poter contare su di voi per migliorare me stesso».

(Fonte: Laurence Villoz/Protestinfo)