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Il vicolo cieco e la porticina

Siamo in un vicolo cieco? Si direbbe di sì, a giudicare dai temi critici della recente Conferenza del primo Distretto (Perrero, 2-3 giugno): vita delle chiese, Collegio valdese, diaconia, tre questioni spinose rispetto alle quali emerge una situazione di crisi, peraltro non nuova.

Per le chiese si parla ormai di «stabile decrescita» nei membri di chiesa, nelle contribuzioni (come ribadito dalla relazione sull’aspetto finanziario). Lo ha confermato la ricerca sociologica voluta da Tavola valdese e Opcemi e realizzata dal Centro Studi Confronti, i cui risultati saranno presentati al prossimo Sinodo, anticipata in questa sede da Alessia Passarelli. Allo stesso tempo è stata sottolineata una preoccupante tendenza a individualizzare la chiesa, facendola diventare una sorta di «distributore automatico» (immagine utilizzata dalla pastora Daniela Santoro nel sermone del culto di domenica) dalla quale il singolo prende ciò che risponde ai propri bisogni, salvo poi allontanarsi quando questo viene meno.

La situazione del Collegio appare assai critica, ma l’ordine del giorno approvato va in una direzione cautamente (pro)positiva su tre livelli: cercare di capire qual è effettivamente l’interesse delle chiese del distretto per la “loro” scuola (interesse che finora non è emerso); sperimentare una drastica riduzione delle rette, considerate uno dei deterrenti alle iscrizioni, per vedere se queste aumentano; infine, distinguere l’offerta formativa da quella delle altre scuole del territorio che, come ha osservato il preside Marco Fraschia, negli ultimi anni hanno adottato varie proposte didattiche prima appannaggio del Collegio, migliorando la propria offerta.

L’argomento diaconia e chiese è quello che forse ha toccato più nel profondo l’assemblea, con una sensazione di incomunicabilità e contrapposizione che la relazione della Commissione Chiesa, territorio e diaconia comunitaria non ha contribuito a smussare, forse più per i toni che per i contenuti, che in fondo evidenziavano una realtà di fatto, lo scollamento tra il mondo diaconale e il mondo più strettamente ecclesiastico.

Da un lato le chiese non parlano di diaconia, come se il tema non le riguardasse, dall’altro la “struttura-diaconia” sembra andare per la propria strada, facendo cose molto belle e meritevoli, ma spesso avulse dalla realtà delle chiese. Ci si è chiesti: i membri di chiesa sono presenti nelle opere diaconali? Il personale delle opere è presente nelle chiese? Sembra difficile poter giungere a una risposta oggettiva. Occorre ritrovare un linguaggio comune, «una piena consapevolezza del legame indissolubile» tra predicazione e servizio, ha dichiarato l’ordine del giorno approvato dopo «ampio, faticoso e franco dibattito».

Su questi tre temi si percepiva una certa difficoltà a entrare nel merito, forse un lavoro in gruppi avrebbe facilitato uno scambio di idee meno condizionato; la presenza dei “diretti interessati”, sebbene legittima e doverosa, da questo punto di vista non aiutava.

La situazione appare “sospesa” anche per quanto riguarda l’ecumenismo, altro tema trattato in Conferenza. L’avvicendamento del vescovo di Pinerolo è un dato di fatto, ma indubbiamente ha portato una sospensione del paziente lavoro sui due documenti relativi all’ospitalità eucaristica e alla liturgia battesimale, in attesa di sviluppi; il Pinerolese si conferma, comunque, come laboratorio di sperimentazione dal punto di vista ecumenico.

Una chiara parola di disapprovazione, infine, è giunta dalla Conferenza riguardo al decreto ministeriale 62/2017 (art. 8) che prevede l’inserimento degli insegnanti di religione nelle commissioni d’esame delle scuole secondarie di primo grado, ribadendo «la laicità costituzionale della scuola statale italiana».

Gli spunti più positivi sono emersi nel dibattito sui giovani, su predicazione e nuovi media, sulla musica, sebbene anche in ambito giovanile si percepisca un certo scollegamento fra i tre organismi presenti nell’area (équipe di animazione giovanile, Casd-Coordinamento attività scoutistiche distrettuali e Fgei-Federazione giovanile evangelica italiana) e con il Centro ecumenico Agape.

La ricerca e l’interesse per nuovi strumenti e nuove forme espressive ha accomunato questi ultimi temi. In particolare, i nuovi media hanno suscitato un interesse peraltro già espresso dal convegno organizzato in febbraio dall’apposita commissione. Si cerca anche qui una maggiore uniformità di linguaggi e intenti, valutando l’unificazione delle varie forme di presenza delle chiese sul web, proponendo alle comunità e ai concistori un percorso di formazione su questa complessa materia, ma soprattutto la creazione di un codice deontologico per normare la pubblicazione dei contenuti sul web (es. su Facebook), già allo studio da parte della Tavola valdese.

Un vicolo cieco, forse, ma con una porticina in fondo, da cui vedere il mondo oltre il muro. Come Alice nel paese delle meraviglie, basta avere la chiave per aprirla e, forse, “ridursi” alla giusta dimensione…