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Un tempio per la comunità protestante francese di Beirut

A Beirut esiste una piccola comunità protestante francese (Epfb), l’unica comunità francofona nel panorama protestante della città, nata alla fine della prima guerra mondiale e oggi sostenuta dalla Federazione protestante di Francia (Fpf).

Da circa quattro anni l’Epfb tiene i suoi culti al Collège protestante francese, in assenza di avere un tempio vero e proprio. Il tempio in realtà c’era, era stato costruito nel 1957 sulle alture della città circondato da un bel giardino, che lo rendeva un luogo piacevole, semplice e sobrio, sebbene al tempo della guerra civile fosse stato teatro di scontri fra milizie. Ma dopo l’ultimo culto, tenutosi in un’atmosfera comprensibilmente commossa il 23 febbraio 2014, la costruzione era stata smantellata per fare posto a un nuovo progetto immobiliare: questo dovrebbe includere in un unico luogo attività di culto, sociali e culturali, per dare maggiore stabilità al futuro della comunità. Le pratiche burocratiche sembrano però essersi bloccate alla fase della richiesta di permesso di costruzione del nuovo edificio.

Per cercare di rilanciare il progetto, alcune settimane fa si è recata sul posto (lo riferisce il sito del Défap Service protestant de mission), una delegazione guidata dal presidente della Fpf François Clavairoly. La delegazione ha incontrato i vari organismi coinvolti, il consiglio di chiesa, l’Associazione protestante francese di Beirut (proprietaria del terreno), la Fondation des Cèdres incaricata della gestione dell’Epfb, nonché il Consiglio supremo (Supreme Council of the Evangelical Community in Syria and Lebanon). Quest’ultimo è un interlocutore imprescindibile, perché le rappresenta all’Assemblea nazionale, dove sono presenti le 18 confessioni riconosciute dallo Stato. I protestanti sono appena l’1% della popolazione, tra chiese riformate ed evangeliche, ma tutte le sue componenti sono rappresentate in questo Consiglio, che è assai influente. E qui sta forse uno degli ostacoli principali del progetto del nuovo tempio, in quanto secondo il Consiglio l’aspetto confessionale del futuro edificio deve essere maggiormente evidente rispetto a quanto previsto. Dal momento che una richiesta analoga è stata espressa anche dalla stessa Epfb, si è formata una commissione di lavoro che dovrà, insieme all’architetto, modificare il progetto.

Nel frattempo la comunità non ha cessato le sue attività, guidata dal pastore Pierre Lacoste, inviato dal Défap, che sta compiendo un importante lavoro di testimonianza soprattutto fra le giovani collaboratrici domestiche, categoria particolarmente svantaggiata. Attirate nel Paese dalla sua immagine occidentalizzata, promossa dalle agenzie di collocamento dei loro paesi di provenienza (Etiopia, Filippine, Bangladesh…), si ritrovano in una condizione di semi-schiavitù all’interno delle famiglie dove lavorano, con orari prolungati e salari irrisori. Tra le circa 250.000 lavoratrici presenti in Libano, circa 5000 sono giovani francofone protestanti dal Madagascar: sono soprattutto loro a frequentare i culti della chiesa protestante francese, accanto agli altri membri di diverse provenienze, geografiche ed ecclesiastiche (partecipano anche cattolici, maroniti e ortodossi), e ad essere aiutate dal pastore e da sua moglie.

Immagine: via epfb.net