copertina

Giro di boa per il progetto Solidarité Santé della Cevaa

Dal 23 al 25 novembre si è svolto a Sète, nei pressi di Montpellier, un nuovo incontro del Comitato Tecnico operativo del progetto Solidarité Santé della Cevaa (Comunità di chiese in missione). Questa esperienza pilota, avviata nel 2014 per mettere in rete strutture ospedaliere africane appartenenti a diverse chiese evangeliche sul continente, è arrivata ai due terzi del suo lavoro.

In questa occasione i membri del gruppo, composto dal Segretariato della Cevaa insieme alla responsabile dell’ufficio Otto per mille valdese, esperti, medici e operatori responsabili di alcune strutture sanitarie coinvolte, hanno lavorato per seguire i progetti in corso e rilanciarne di nuovi.

Questi ospedali (Garoua-Boulai, Emilie Sacker e Ndoungué, in Camerun, Dan Moser in Ghana, Mbereshi in Zambia, Kirinda in Rwanda, Bethesda in Togo, lo Scott Memorial Hospital in Lesotho, l’Hopital méthodiste di Dabou in Costa d’Avorio e il Bon Samaritain in Benin), vengono da storie di missioni evangeliche, portando con loro molti problemi strutturali per i quali la presa in carico da parte delle chiese è faticosa. Ecco perché il progetto non serve esclusivamente a fornire degli aiuti finanziari o pratici, ma a inserire le strutture in una rete virtuosa di collaborazione.

Ma quindi a che punto siamo? «Potremmo dividere gli ospedali in tre gruppi di avanzamento – dice Mathilde Andet Guidimti, responsabile di Solidarité Santé – un primo, per quale il progetto è evoluto e va verso la fine: quello degli equipaggiamenti e dell’aggiornamento dei medicinali. Un secondo, quello delle costruzioni di edifici: alcuni devono finire di essere edificati, altri sono completi ma devono essere occupati e bisogna pensare alla valorizzazione degli spazi. Terzo, ci sono progetti che partono ora in alcune strutture: questi vanno seguiti e completati entro il 2018».

quarto_capoverso_0.jpg

Nella fase attuale restano comunque da portare avanti alcuni capisaldi di questa iniziativa: «concludere i lavori, rinnovare la formazione, la sensibilizzazione e correggere alcuni progetti che non funzionano», continua Guidimti. «Parallelamente prepareremo la valutazione e la conclusione del percorso, le raccomandazioni dalla Cevaa, dall’Otto per mille e l’analisi del partenariato che c’è stato».

Nel Comitato Tecnico, oltre agli strumenti pratici, si sono analizzati anche i termini generali di Solidarité Santé: «molte attività si sono concluse e altre stanno per iniziare adesso, dunque per una valutazione finale e complessiva occorrerà aspettare la chiusura di tutti i progetti specifici», spiega Susanna Pietra, responsabile dell’Ufficio Otto Per Mille della Tavola valdese. «Ciò che si può dire, però, è che il percorso è iniziato, sono stati messi in moto dei meccanismi all’interno di ciascun ospedale per iniziare a lavorare in maniera più strutturata e programmata e i risultati sono positivi. Ovviamente questi meccanismi richiedono tempo perché le dirigenze degli ospedali e soprattutto delle chiese se ne possano appropriare». Questo è un progetto pilota, quindi anche i limiti possono essere strumenti importanti: «ci vorrà una seconda fase – continua Pietra – rispetto alla quale nulla è stato ancora definito, però la volontà è fare tesoro di questa esperienza e trasformarla in qualcosa di più concreto. Spesso l’errore che si fa, pensando a questo progetto, è concentrarsi solo ed esclusivamente sui progetti specifici, cioè le singole attività di ogni ospedale. Da una lato è la parte più visibile e concreta, ma dall’altra l’obiettivo principale del progetto è proporre un ripensamento da parte delle strutture ospedaliere e delle chiese, in sinergia con le altre, per ridefinire la propria mission e immaginare un modo differente di fare diaconia, che metta al centro la visione della chiesa ma anche tutte le esigenze che richiede un mondo in continua trasformazione, soprattutto nel campo della salute».

Da qui al settembre del 2018 non ci saranno più riunioni del Cto, ma il 28 novembre, a Roma, il Comitato di Pilotaggio, composto dalla presidenza e dai segretari esecutivi della Cevaa, dalla responsabile dell’Ufficio Otto Per mille Valdese e dal moderatore della Tavola Valdese, continuerà nella sua opera di indirizzo del progetto. «Si discuterà – conclude la responsabile dell’Ufficio Opm – di come riportare i risultati alle chiese e alle strutture ospedaliere che hanno partecipato, ma anche a tutti coloro che conoscono la Comunità di chiese in missione. Probabilmente parte di questo report coinciderà con l’Assemblea Generale della Cevaa che si svolgerà in Cameroun a ottobre 2018, concludendo così l’elaborazione di un modello di gestione degli ospedali evangelici che abbia dei criteri fondamentali a cui le chiese e le strutture possano ispirarsi per far nascere della attività innovative e specifiche anche in altre realtà».