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Quando la musica diventa scultura

Sabato 11 novembre la Fondazione Cosso offrirà al pubblico una nuova grande mostra dedicata a Fausto Melotti, un’esposizione che continua il lavoro condotto fino ad oggi sulla ricerca e sulla contaminazione tra le arti.
Artista poliedrico – scultore, ceramista, pittore e grande appassionato di musica, Melotti è stato uno dei protagonisti dell’arte del Novecento.

Come ha spiegato il co-curatore Francesco Poli ai microfoni di Radio Beckwith Evangelica, sono due gli aspetti della ricerca artistica di Melotti evidenziati nel suo lavoro realizzato con l’altro curatore, Paolo Repetto. Da una parte i temi legati al profondo amore dell’artista per la musica, dall’altra quelli che evidenziano valori più narrativi e favolistici.

La mostra propone le più note sculture in ottone e acciaio insieme alle opere in raffinata ceramica e ai dipinti realizzati prevalentemente con tecniche miste su carta, elementi che compongono un percorso espositivo che si sviluppa tra le stanze del Castello illustrando l’iter creativo di questo formidabile artista.

Come ricorda Francesco Poli, un nucleo centrale della mostra è quello intitolato Assonanze, una sezione che ha l’obiettivo di collocare visivamente le opere di Melotti con quelle di vari grandi artisti, in particolare di quelli da cui è stato influenzato, e quelli di cui è stato amico tra i quali ricordiamo Lucio Fontana, Atanasio Soldati, Giorgio Morandi e Alexander Calder.

«E’ stato un lavoro lungo, ha ancora sottolineato Poli, a partire dall’ideazione, dalla scelta e dalla ricerca delle opere con la difficoltà del loro reperimento da musei e collezionisti privati. Sopratutto per creare le ideali condizioni di comprensione per il pubblico, compresa l’attenzione alla didattica per la fruizione della mostra per i bambini e le famiglie».

“Per capire un quadro, si deve avere una sedia”, diceva Paul Klee. Serve del tempo e una sedia specifica. Partendo da questa idea è stato creato uno speciale allestimento dedicato ai più piccoli, alle famiglie e alle scuole, dal titolo “Da un metro in giù”grazie al quele gli spazi espositivi sono arricchiti da pareti tattili e sensoriali, da quadri luminosi e da elaborazioni stilizzate delle opere da completare. Si tratta di attività pensate appositamente per i più piccoli in relazione alle opere, mantenendo fede all’idea che l’opera d’arte sia contemporanea non solo perché la incontriamo ma perché in un certo senso parla di noi, anche dei più piccoli, come ha ricordato Galimberti nell’intervista che puoi ascoltare cliccando qui.

Tra le stanze del Castello siamo accompagnati da un’installazione sonora creata per l’occasione da Roberto Galimberti, il progetto artistico Avant-dernière pensée. Si tratta di una vera e propria riflessione sull’arte di Melotti in cui la musica e il tempo dialogano con le opere contribuendo a creare una suggestiva narrazione temporale, come spiega Roberto Galimberti. L’installazione sonora nasce dalle affinità tra il linguaggio scultoreo di Melotti e la muscia, intesa come armonica occupazione dello spazio.
La mostra sarà a disposizione del pubblico fino all’11 febbraio 2018, anno in cui la Fondazione Cosso festeggerà i suoi primi dieci anni di un lavoro che continua nell’intento di unire le arti plastiche e la musica, come splendidamente accade con le opere di Melotti nelle quali la musica diventa scultura.