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Chi ha paura dell’uomo nero?

Improvvissarsi giornalisti, scrittori, non è facile. Se uno non lo fa quotidianamente come lavoro o passione la «paura» del foglio bianco a volte è insuperabile. Lo stesso discorso vale per tutti gli altri lavori, che non siano il proprio, amato o meno.

La «paura» di non trovare volontari che avessero voglia di mettersi in gioco e raccontare qualcosa era grande prima di incontrare i ragazzi e le ragazze che hanno pensato e scritto «L’Eco delle Valli Valdesi free press» di giugno, in distribuzione da oggi nel Pinerolese e scaricabile da www.riforma.it. Le nostre due redazioni (quella di Radio Beckwith evangelica e Riforma-L’Eco) si erano preparate un buon piano d’azione con alcuni spunti da seguire. Spunti che sono stati garbatamente cestinati dai siriani e dagli africani che hanno preferito raccontare di loro. Senza paura. Anzi, ci è sembrato che non vedessero l’ora di affrontare il famigerato foglio bianco, per spiegarci in prima persona, senza nessun filtro di istituzioni o enti vari cosa sia la guerra in Siria, la povertà in Africa, la sfida con la morte di un viaggio pericoloso e pieno di insidie. Ci hanno raccontato dei problemi che hanno incontrato in Italia ma anche della buona accoglienza. E soprattutto della difficoltà a lasciare la propria terra.

L’idea di dare l’opportunità di scrivere il free press è nata da Massimo Gnone, responsabile area migranti Diaconia Valdese, dopo che il quotidiano francese Libération aveva sviluppato un’esperienza simile. Le due redazioni hanno incontrato il gruppo, numeroso, poco meno di una ventina, in due occasioni nei locali del tempio di Pinerolo (a cui va il nostro ringraziamento) e ci si è confrontati su cosa scrivere e come comunicare.

Nel free press troverete un pò di tutto: articoli, lunghi e brevi, commenti, interviste, poesie e disegni.

Ma anche le «solite» rubriche, la «solita» impostazione del mensile, perchè in fondo è un numero «solito» scritto da nomi e cognomi che possono sembrarci insoliti ma che sono parte integrante del nostro mondo, in particolare quello delle valli valdesi.

«Ci siamo» è il titolo che abbiamo scelto, ma l’idea è stata suggerita da loro, che suona come un: «ci siamo, esistiamo, siamo pronti».

Immagine: di Daniela Grill