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In arrivo dal Libano con i prossimi corridoi umanitari altre 125 persone

Per 13 anni ha preso l’aereo, Fadi, tra la Siria e l’Arabia Saudita, dove insegnava inglese in una scuola privata. Su un aereo ha conosciuto quella che oggi è sua moglie e madre di suo figlio. Ma oggi Fadi, originario di Sweida, cittadina siriana vicino al confine con la Giordania, non può più viaggiare. Dopo una prima fuga verso la Turchia, e poi una seconda verso il Libano, in questi giorni Fadi si prepara ad imbarcarsi nuovamente su un aereo, un regolare volo di linea dell’Alitalia: il 28 aprile da Beirut lui e la sua famiglia arriveranno a Roma grazie al progetto ecumenico dei “corridoi umanitari”.

Fadi ricorda il mese di marzo 2011: «Era l’inizio della rivoluzione siriana. Ho partecipato alle proteste con i miei studenti. Chiedevamo riforme, libertà e dignità». Fadi è stato arrestato due volte. E’ stato vittima di torture. «Ho deciso di lasciare la Siria perché non era più sicuro viverci, ma in Libano è come stare in un limbo, sfruttato quando lavoro, e con la paura di essere arrestato», racconta agli operatori di Mediterranean Hope, il progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che insieme alla Tavola valdese e alla Comunità di Sant’Egidio organizza i corridoi umanitari, che in poco più di un anno hanno portato in sicurezza quasi 700 profughi vulnerabili. Fadi e la sua famiglia saranno accolti nelle strutture della Diaconia Valdese a Venezia.

Il 27 e il 28 aprile all’aeroporto di Fiumicino, lo staff ecumenico degli enti promotori del progetto-pilota accoglieranno due nuovi gruppi di profughi in maggioranza siriani: in totale 125 persone di cui 48 minori. Tra queste, 51 persone saranno prese a carico della Fcei, della Diaconia Valdese e dei loro partner: 13 nuclei famigliari che saranno ripartiti secondo il modello dell’accoglienza diffusa in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Lazio, Toscana, Calabria e Puglia.

Immagine di Nev – Notizie Evangeliche