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Una parte della classe media svizzera sull’orlo della povertà

Il Centro sociale protestante (Csp) è un’organizzazione privata e indipendente che si occupa di sostegno alle persone in difficoltà senza distinzione di nazionalità e religione. Si trova nei cantoni di Ginevra, Vaud, Neuchatel, Berna-Giura e offre consulenze professionali, economiche, familiari, sulle questioni giuridiche e legate all’immigrazione.

Nella sua campagna annuale, lanciata durante una conferenza stampa a Ginevra ieri, martedì 14 marzo, ha evidenziato la situazione critica di quella parte della classe media che «fatica ad arrivare alla fine del mese». Un fascia che comprende il 28% dei cittadini svizzeri, indeboliti dalla crisi ma esclusi dagli aiuti sociali previsti per i più poveri perché il loro reddito è troppo alto per beneficiarne. Persone che prima formavano «una maggioranza silenziosa», senza problemi particolari, e che solo ora è venuta alla luce, «esprimendo la propria inquietudine, la perdita di fiducia, e lo fa non solo con la sua richiesta d’aiuto ma anche nelle scelte politiche», osserva Bastienne Joerchel, direttrice del Csp di Vaud.

Nel corso della conferenza stampa i direttori delle quattro sedi del Csp hanno rilevato come sempre più spesso si rivolgano ai loro centri persone che fino a poco tempo prima erano donatori, e che mai avrebbero pensato di trovarsi nella stessa situazione di bisogno. Per questo, osservano gli operatori, spesso aspettano troppo tempo prima di rivolgersi ai centri, e lo fanno quando la loro situazione è già molto critica e i debiti si sono accumulati. Al Centro di Ginevra c’è stato un aumento del 20% delle richieste, e al momento sono presenti 560 casi aperti per debiti.

Sono persone per cui una spesa imprevista di circa 2500 euro (cure mediche o dentistiche, un incidente, un divorzio) può diventare un problema serio, e il 15% di loro non arriva a pagare le spese abituali, secondo una ricerca dell’Ufficio federale di statistica (Ofs) pubblicata lo scorso ottobre.

Una ricerca che non ha fatto che confermare ciò che gli uffici del Csp incontrano tutti i giorni, e che li ha convinti a rivolgere il loro appello non soltanto ai donatori privati (i Centri sono finanziati per metà da questi e per metà da fondi pubblici), ma anche alle autorità politiche.

Già nel 2013 l’Ofs individuava una polarizzazione crescente, all’interno della stessa classe media, tra chi sta bene e chi arranca, ma ora questa situazione è diventata preoccupante e per evitare che la situazione peggiori i Centri sociali protestanti hanno evidenziato quattro rivendicazioni: per quanto riguarda l’assicurazione sanitaria, chiedono di limitare l’innalzamento dei premi assicurativi per i bambini, e che i giovani non siano perseguiti per rate non pagate dai loro genitori quando erano minorenni. Rivendicano inoltre l’inclusione delle imposte correnti nel calcolo del minimo vitale in caso di indebitamento. Infine, chiedono una regolamentazione più severa dell’accesso al piccolo credito e misure di prevenzione del sovraindebitamento, soprattutto per quanto riguarda finanziamenti per acquistare beni come automobili o vacanze, un tempo alla portata dalla classe media. «Occorre un lavoro di sensibilizzazione», conclude la direttrice del Csp di Vaud, «perché spesso queste scelte di finanziamento vengono fatte senza riflettere, ma al tempo stesso occorre che il Parlamento si pronunci, ad esempio riguardo al divieto di pubblicizzare questo tipo di prestiti negli spazi pubblici».

Fonti: Protestinfo, Swissinfo, Tribune de Genève

Immagine: via Pixabay