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Fine vita, l’appello luterano

«Rivolgo un rispettoso invito ai parlamentari italiani affinché procedano con attenzione ma anche con speditezza all’esame del disegno di legge sul fine vita: è importante che il decreto di legge possa superare rapidamente l’esame della Camera e quello successivo del Senato, affinché una legge in materia venga varata entro la fine della legislatura ponendo così termine a un vuoto normativo pesante per numerose famiglie italiane», ha affermato il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) attraverso un comunicato stampa diramato dall’Agenzia di stampa Bmp, in previsione della discussione sul testamento biologico che inizierà proprio oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati.

Dirimente però una premessa per il presidente Bludau: «per noi luterani, nessuno al di fuori di Dio può e deve disporre il momento della morte: pertanto, aiuti attivi a morire, quali l’eutanasia attiva o l’assistenza al suicidio, devono essere assolutamente esclusi. Al contempo, però, quando la morte è inevitabile, è preferibile dare la priorità a una fine dignitosa rispetto a un artificiale prolungamento della vita. A questa considerazione, peraltro, non si può obiettare discutendo del valore della vita umana, giacché il concetto di valore è una prerogativa delle cose materiali, mentre per la vita umana è giusto parlare solo in termini di dignità».

La Celi, che riunisce le comunità luterane dell’intera penisola, ha deciso di rivolgersi ai deputati e pubblicare sul sito web ufficiale un «Vademecum per il fine vita da una prospettiva cristiana» in quanto, per i luterani italiani, prosegue Bludau: «nell’attuale vuoto normativo il morente e i suoi familiari, ma anche medici e operatori di cura, vengono lasciati soli proprio quando devono essere assunte decisioni di enorme rilievo. La nostra Chiesa, convinta che la fede cristiana possa essere d’aiuto e orientamento nella fase finale di un’esistenza, ritiene doveroso contribuire alla discussione pubblica sul tema e, in particolare, sulle direttive anticipate di trattamento. La concezione luterana è fondata sulla Bibbia, “Facci capire che abbiamo i giorni contati, allora troveremo la vera saggezza” (Salmo 90,12). Da qui ha origine l’attitudine ad accettare il limite della vita e a integrare il poter-dover lasciar andare. In quest’ottica, la nostra Chiesa ha pubblicato un opuscolo proprio sul tema delle dichiarazioni anticipate di trattamento offrendo un orientamento per quanto riguarda la teologia, l’etica, la medicina e il diritto. E le nostre indicazioni cristiane – conclude il decano Bludau – di impronta luterana sono state elaborate tentando di non perdersi in contrasti ideologici, ma cercando di comprendere anche gli oppositori dell’etica cristiana».

Il documento pubblicato sul sito della Celi contiene informazioni pratiche e destinate a chi intende redigere le dichiarazioni anticipate del trattamento di fine vita, affinché le proprie volontà possano essere rispettate nel momento in cui si fosse impossibilitati ad esprimerle.

Il vademecum «offre una prima panoramica del punto di vista luterano su una materia molto complessa e non può né vuole costituire una consulenza legale»

La Chiesa Evangelica Luterana in Italia, CELI, statutariamente bilingue, italiana e tedesca, è un ente ecclesiastico che attualmente raggruppa 7.000 luterani distribuiti in 15 comunità, dalla Sicilia all’Alto Adige. I suoi rapporti con la Repubblica Italiana sono regolati dalla legge n° 520 del 1995 (Intesa secondo l’art. 8 della Costituzione).