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La val Pellice gestirà insieme i migranti

Alla presenza dei nove sindaci della val Pellice e del prefetto di Torino, Renato Saccone, mercoledì 18 gennaio a Torre Pellice è stato firmato un protocollo d’intesa sulla presenza di migranti e richiedenti asilo sul territorio. L’accordo, che pone Torre Pellice come capofila del progetto, prevede che la Prefettura di Torino non invii più migranti nei comuni firmatari del protocollo, che sono tutti quelli della valle, nessuno escluso: da Bobbio Pellice a Bricherasio passando per Villar Pellice, Torre Pellice, Luserna San Giovanni, Bibiana, Lusernetta, Angrogna e Rorà.

In questi anni la val Pellice è stata uno dei fiori all’occhiello dell’accoglienza rispetto al resto del Piemonte, con 145 richiedenti asilo accolti finora e gestiti da quattro enti diversi. «Con la firma di questo protocollo – spiega il sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno – facciamo in modo che la val Pellice non sia più assegnataria di nuovi e ulteriori progetti di accoglienza per richiedenti asilo». In questi anni la val Pellice ha accolto più persone di quelle che prevedeva il piano dell’estate 2016 del ministro Alfano, pensato insieme all’Anci e ripreso recentemente dal nuovo ministro dell’Interno Marco Minniti, ovvero 2,5 migranti ogni 1000 abitanti. I nove comuni hanno una popolazione di circa 22.000 abitanti, quindi la presenza di migranti inseriti nei progetti è di poco meno di 7 ogni 1000 residenti, quasi tre volte la quota richiesta dalle direttive governative.

«Un protocollo di questo genere – continua Cogno, intervistato da Tutto qui su Radio Beckwith Evangelica – significa che i numeri dell’accoglienza in val Pellice rimarranno questi e non aumenteranno». Secondo il sindaco di Torre Pellice, in questi anni, da quando nel 2011 arrivarono i primi migranti durante la cosiddetta Emergenza Nordafrica, le cittadine e i cittadini della valle «sono stati l’esempio di una comunità che accoglie. Ma oltre all’emergenza c’è anche la gestione continua, fatta di formazione, corsi d’italiano, tirocini e inserimenti lavorativi, necessaria per favorire e realizzare una vera integrazione».

L’accordo è strutturato in modo simile a quello ideato in val Susa, che vede Avigliana capofila. Per la val Pellice, invece, la scelta è caduta su Torre Pellice in virtù del fatto che è stato il primo comune della valle, sei anni fa, ad attivare, e mantenere ancora oggi, un progetto Sprar di accoglienza migranti con la Diaconia valdese come ente gestore.

Con questo accordo la Prefettura di Torino non potrà più assegnare migranti e richiedenti asilo a privati, cooperative o enti sul territorio dei comuni firmatari del protocollo. Il modello è quello della “micro accoglienza diffusa”, che prevede la sistemazione in alloggi di massimo tre-quattro persone dislocati in tutto il territorio interessato. «Non si ripeterà il modello della Crumière di Villar Pellice, in cui erano state ospitate 60 persone provenienti da vari paesi africani», conclude il sindaco.

L’accordo durerà per tutto il 2017 e il comune capofila dovrà emanare un bando per trovare un unico ente gestore a cui affidare la gestione dei migranti presenti ora nei comuni della val Pellice. Il criterio principale per questa ricerca non sarà di carattere economico, ma qualitativo.

«Questa firma è un passo in avanti molto importante ed è un esempio per tutta la nostra provincia», ha dichiarato il prefetto Renato Saccone. «Qui – ha continuato – si è potuta fare ospitalità e accoglienza ma con serietà nei comportamenti e anche severità nel richiedere il rispetto delle regole. Noi, con questo patto, trasferiamo interamente ai comuni la gestione dei centri d’accoglienza straordinaria. La gestione diventa diretta e quindi l’attenzione ai percorsi può essere più stringente e dare migliori risultati».

Domani a Oulx, e nei prossimi giorni a Ivrea, si ripeterà quello che è successo a Torre Pellice: il prefetto Saccone firmerà insieme agli amministratori locali altri protocolli simili, con i quali il percorso dell’accoglienza potrà prendere una strada nuova, più gestibile e soprattutto più umana.