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La sindaca Appendino incontra le chiese protestanti di Torino

Appuntamento prenatalizio dai toni non scontati, con parole di apprezzamento e molta voglia di collaborare.

 Ieri sera incontro cordiale, alla presenza dei consigli di chiesa di alcune denominazioni protestanti, nella sala della casa valdese di corso Vittorio Emanuele a Torino con la neo sindaca della città Chiara Appendino. Curiosità in primis: dopo anni di guida monocolore della giunta, il cambiamento reca sempre un mix di attese e quesiti. Non era questa la sede per ragionare su massimi sistemi, ma il desiderio di approfondire le reciproche potenzialità e di trovare tavoli comuni su cui operare fianco a fianco si sono visti eccome.

Davanti ai rappresentanti del panorama valdese, battista, luterano, avventista presenti in città Appendino ha ricordato le sfide che attendono di essere affrontate e sperabilmente vinte da Torino, «a partire dalla cucitura di un tessuto sociale oggi lacerato a causa della crisi economica, della paura del diverso, dello straniero, dall’incertezza sul domani. Questioni che se non affrontate a livello comunitario recano come conseguenza un ripiegamento su se stessa della società, una pericolosa atomizzazione. Noi vogliamo una società viva, in cui i cittadini si sentono attori primari». Da qui il rigraziamento ai tanti membri di chiesa che svolgono varie attività sul territorio e per il territorio, dai corsi di italiano per stranieri, all’accoglienza declinata in varie forme, all’apporto al programma culturale della città.

Omaggiata di tre volumi simbolo – Lutero per chi non ha tempo, La storia dei valdesi di Giorgio Tourn e la storia dei valdesi di Torino – la sindaca ha ricordato «l’importante appuntamento che il 2017 simboleggia per le chiese protestanti. A tal fine alcune azioni sono già previste, quali il patrocinio di alcuni momenti culturali di pregio e la messa in dimora di un albero di Wittenberg, una pianta con targa ricordo a memoria ecumenica di questo importante anniversario». Sollecitata con un sorriso dal decano luterano Bludau (che l’ha omaggiata di un Lutero in formato Playmobil, ricordando che questo è divenuto il pezzo più venduto nella storia dell’azienda) e dal pastore valdese Paolo Ribet sulla possibilità di intitolare al riformatore Lutero una via in città, la sindaca ha preso l’impegno di portare la richiesta all’apposita commissione toponomastica. Sarebbe questo un gesto di attenzione significativo proprio in occasione dei 500 anni dall’affissione delle 95 tesi che hanno dato il via alla Riforma.

«Abbiamo bisogno di scrivere una storia diversa, di proporre un modello di sviluppo nuovo, visto che quello che ci è stato proposto fino ad oggi ha avuto punti forti ma anche numerose criticità, se si registrano così tante criticità fra i quartieri – ha concluso Appendino-. Sono convinta che in questi nuovi disegni ci sia spazio per una pluralità vera di contributi, e l’esperienza che come chiese protestanti avete maturato sul campo sarà senz’altro una risorsa importantissima anche per noi, nel reciproco rispetto e con il supremo interesse della laicità delle istituzioni, cardine cui tutti guardiamo».

Immagine di Federica Tourn