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Una vita spesa per la disabilità, diventa un film Tv

Doveva essere il 1997 quando, per la prima volta, Mirella Antonione Casale e la sua amica Bianca Genre decisero di proporre all’interno del palinsesto di Radio Beckwith Evangelica una serie di trasmissioni per raccontare il loro impegno svolto nelle associazioni Diapsi e Anfass con la trasmissione intitolata «Handicap e società».

Due parole, due sigle, all’epoca poco conosciute ai più.

Mirella e Bianca registravano, prima della messa in onda, il loro programma settimanale. All’epoca la radio viveva una condizione di lavoro «artigianale» ed era frequentata da giovani che vedevano nello strumento radiofonico un elemento di crescita e di condivisione del loro mondo, per i più un mondo fatto di passioni, di musica, di studio, di amori e di primi impegni lavorativi.

E in radio, all’epoca, si faceva di tutto: parlare al microfono «facendosi» regia da soli (utilizzando il mixer) e cercando di fare i «giornalisti», grazie a notizie spesso  scritte da altri; poi le pulizie degli studi senza dimenticare, d’inverno, di accendere la stufa per non «morire» di freddo. Con le ovvie controindicazioni che sarebbero scaturite dell’immancabile fuliggine.

Anfass, si scoprì presto, era l’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale e la Diapsi, invece, l’Associazione per la Difesa degli ammalati psichici. Tuttavia, anche dopo aver risolto l’enigma dei due acronimi, restava, in generale, molta ignoranza sui temi affrontati dal programma.

Mirella e Bianca, con il passare del tempo e delle registrazioni, negli anni, hanno invece saputo avvicinare, oltre ai giovani redattori, tante persone ad un tema difficile complesso: quello delle disabilità e delle patologie psichiche; temi che negli anni sono poi stati «scandagliati» a fondo.

L’impegno delle conduttrici era proprio quello di far accrescere in tutti noi  una diversa consapevolezza, una nuova sensibilità, e poi, quello di poter raggiungere in modo interdisciplinare, settimana dopo settimana, un pubblico sempre più vasto.

Per farlo, affrontavano viaggi e difficoltà: il caldo estivo, il freddo invernale piemontese: la neve, la grandine, la nebbia; tutto, pur di raggiungere la sede della radio, un edificio in piena decadenza. All’epoca la radio era ospitata presso la vecchia casa del custode di Villa Olanda, a Luserna San Giovanni, in provincia di Torino.

Un luogo dalla storia interessante, Villa Olanda, ma travagliata: costruita a fine Settecento dall’olandese Jean Daniel Peyrot e che divenne prima un albergo, poi una residenza per anziani, poi una casa per i rifugiati, esuli politici della Rivoluzione d’Ottobre provenienti dai campi profughi di tutto il mondo. Poi l’abbandono.

Infine, il ritorno alla vita con una serie interminabile di gestori, alcuni attivi e altri meno: tra pubblici e privati.

Mirella e Bianca sapevano portare in quegli studi, tappezzati da contenitori di uova per insonorizzare gli ambienti, la loro classe, la loro intelligente educazione e tanta dolcezza. Erano sempre disponibili, anche quando l’inesperienza dei giovani volontari della radio le obbligava a ripetere tutta la registrazione daccapo, perché in realtà, non era stata registrata.

Certamente vedevano in quell’inesperienza, qualcosa di nuovo da comprendere e da sostenere.

«Handicap e società», non era un programma di intrattenimento, affrontava temi difficili e spesso malinconici; eppure si faceva ascoltare da tutti e con interesse. La competenza e l’esperienza vissuta sul campo dalle due conduttrici catturava gli ascoltatori anche grazie all’ausilio, le testimonianze, di ospiti in studio: una vera rivoluzione all’epoca. Un vero caos per chi doveva aggiungere microfoni e destreggiarsi con il mixer.

Mirella Antonione Casale, insegnante piemontese dalla ricca storia, si è sempre dedicata ai giovani attraverso la scuola e alla solidarietà, e alle persone più deboli, grazie al suo impegno associativo nell’Anfass e attraverso la pubblicazione numerosi libri.

Ricorda un articolo uscito pochi giorni fa su La Stampa, a firma di Luisa Giaimo, che: «le persone per le quali Mirella ha speso parte della propria vita le chiamano oggi “diversamente abili”, prima le chiamavano “portatori di handicap”; quelle persone e quelle storie sono diventate un film. Un racconto cinematografico che s’ispira proprio alla vita di Mirella Antonione Casale, 91 anni a dicembre, preside in pensione che vive a Torre Pellice».

Mirella oggi è una donna, una mamma, un’insegnante in pensione; ed è stata lei a promuovere nel lontano 1971 l’inserimento nelle classi «normali» di bambini «speciali»; che prima di allora venivano inseriti in classi appositamente create.

Dai racconti della vita di Mirella e incrociando molte storie lontane, tra pagine dolorose e importanti risultati ottenuti è nato il film «La classe degli asini» che andrà in onda proprio questa sera, su Rai1.

Sarà Vanessa Incontrada ad interpretare il ruolo di Mirella Antonioni Casale, con la regia di Andrea Porporati.