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Quattro moschee nell’Ile-de-France chiuse per ideologia radicale

Quattro moschee, sospettate di promuovere un’ideologia radicale, sono state oggetto di chiusura amministrativa lo scorso 2 novembre nell’Ile-de-France, la grande regione che si sviluppa intorno a Parigi. Le misure si inseriscono nel quadro della legge sullo stato di emergenza attiva oramai da quasi un anno, essendo stata promulgata all’indomani degli attentati che hanno sconvolto la Francia lo scorso anno.

«Sotto il manto di luogo di ritrovo di culto si nascondevano in realtà persone che con le idee proposte potevano rappresentare un grave rischio per la sicurezza e l’ordine pubblico nazionale» ha commentato il Ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve.

Nella cittadina di Villiers-sur-Marne in particolare è stata scoperta una scuola coranica clandestina nota ai servizi di informazione per esser stata frequentata da dodici persone condannate lo scorso aprile per la loro partecipazione a un gruppo djihadista che reclutava adepti per la guerra in Siria.

Il ministero si è appoggiato all’articolo 8 della legge sullo stato di emergenza che consente le chiusure dei luoghi di culto se sospettati di provocare l’odio o la violenza.

Di proroga in proroga (dopo il terribile assalto del camion a Nizza a luglio ci fu la quarta) lo stato di emergenza rimarrà in vigore almeno fino all’inizio del prossimo anno, nonostante le varie proteste che già si sono elevate contro un sistema che rischia di divenire “mentale”, uno stato di guerra permanente, fatto di perquisizioni a tappeto, controlli serrati, possibilità di accesso ai dati sensibili. Azioni che hanno al momento dato ben pochi frutti ma che concorrono nell’alimentare un clima di tensione, che non potrà che accentuarsi nei toni dal momento che in primavera in Francia si vota per il nuovo presidente. Fra le pulsioni razziste del clan Le Pen, il ritorno di Sarkozy e la battaglia interna alle fila socialiste poco convinte a ripresentare Hollande come capofila, difficile immaginare una campagna elettorale pacata. E ancor più difficile pensare ad una revoca delle misure emergenziali, che da destra verrebbe cavalcata come un cedimento di fronte al pericolo terroristico.

Immagine: By Joi Ito from Inbamura, Japan – Flickr.com – image description page, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=342123