beirut

In Libano si prega per la pace

Tratto da FIDES

Il terrorismo praticato in nome della religione è «un segno dei Tempi» che testimonia «l’avvicinarsi del Giorno del Giudizio». E sono “sataniche” le trappole di discordia disseminate da chi usa l’islam per giustificare i propri disegni violenti di dominio. Sono queste alcune delle espressioni più forti pronunciate da alcuni degli alti rappresentanti di 16 comunità religiose cristiane, musulmane e druse, che in Libano hanno preso parte nella giornata di martedì 20 settembre, all’incontro di preghiera e riflessione comune per invocare insieme il dono della pace, aderendo all’appello che era stato rivolto da Papa Francesco domenica scorsa, in vista dell’incontro interreligioso internazionale celebrato a Assisi.

La cerimonia libanese, organizzata grazie all’impegno fattivo della Commissione ecclesiale per la Giustizia e la Pace, si è svolta nel santuario mariano di Harissa, che ogni anno, il 25 marzo, diventa il centro della festività dell’Annunciazione, celebrata insieme come festa nazionale da cristiani e musulmani. A indicare il tratto escatologico delle violenze commesse dai gruppi che vogliono “accelerare l’Apocalisse” è stato lo sheikh sunnita Mohammad Nokkari. Mentre il richiamo alla matrice diabolica del terrorismo giustificato con richiami alla religione è stato il rappresentante alawita Mohammad Dayeh.

In un Paese in preda a una crisi istituzionale e politica devastante, i capi delle Chiese e di tutte le realtà religiose nazionali hanno dato spettacolo di concordia e di lungimiranza condivisa riguardo alla condizione vissuta in questa fase storica dal Libano e da tutto il Medio Oriente. Gli interventi brevi – a partire da quello del Patriarca maronita Bechara Boutros Rai – e le invocazioni per la pace sono stati intervallati da canti alla Vergine Maria e da inni bizantini. Anche un coro islamico – riferisce la stampa libanese – ha interpretato un inno a Maria tratto dal repertorio popolare maronita. I capi delle Chiese e delle comunità religiose – compresi lo sheikh sciita Ahmad Abdel Amir Kabalan e il rappresentante druso Sami Aboul Mouna – alla fine della cerimonia hanno recitato insieme una invocazione comune per la pace.

Immagine: via flickr.com