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Il «sabato del rifugiato»

«Questa è a prima volta che vengo in visita in Grecia, un paesaggio fantastico che lascia senza fiato. Finito il mio lavoro qui, tutto ciò che dovrò fare sarà prendere il mio passaporto e salire sull’aereo avendo scelto prima la destinazione. Purtroppo tante persone, profughi e rifugiati, che ho avuto modo di incontrare non hanno i miei stessi privilegi. Sono persone fuggite da una situazione di pericolo, scappate dalla morte, cercano solamente una nuova dimora; proprio come Asaad Yousef, un giovane iracheno di quattordici anni fuggito dall’occupazione dell’Isis che mi ha detto: “se tu avessi visto uccidere 500 persone davanti ai tuoi occhi, come ti sentiresti? cosa faresti? Solo fuggire, ti rispondo, e il più lontano possibile”», così racconta Victor Hulbert, direttore della Comunicazione della Chiesa avventista del settimo giorno in Inghilterra e Irlanda in un video che racconta il lavoro dei volontari di Adventis help e che proprio in questi giorni sta facendo il giro del web attraverso la televisione Hope Channel. Video dedicati ai rifugiati e al lavoro avventista in Grecia e preparati in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, anche per lanciare l’iniziativa delle chiese avventiste che, a livello mondiale, hanno deciso di promuovere per domani, sabato 18 giugno, il primo Sabato del rifugiato. Una giornata che sarà attraversata da liturgie (preparate da Jonathan Duffy, presidente di Adra International) e riflessioni sul tema.

Un’occasione per promuovere varie iniziative volte alla sensibilizzazione, al dialogo e all’elaborazione di proposte attive in favore dei rifugiati: «Sarebbe bello immaginare di abolire questa data dal nostro calendario, ma purtroppo molto realisticamente, lo scenario internazionale che si prospetta di fronte a noi è davvero drammatico – ha ricordato Elisa Gravante dell’Agenzia avventista per lo sviluppo e il soccorso (Adra Italia) –: uomini che ormai diventano numeri di migrazioni, persone in fuga dalle loro vite, dalla loro storia, dalla loro terra e dalle loro famiglie. Mai potremo comprendere totalmente il vissuto dei migranti in fuga, nonostante le comunicazioni che riceviamo dai media e le immagini che ci arrivano dritte addosso – conclude Gravante –: solo percepire un breve passaggio delle reali condizioni del loro status sociale che da lì in poi diventerà il loro marchio».

Adra Italia e il dipartimento Comunicazioni dell’Uicca hanno lavorato in sinergia per tradurre sermone e video in italiano e metterli a disposizione delle chiese e che si possono scaricare su il Messaggero avventista.