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Un braccialetto gigante per i rifugiati sul tempio di Ginevra

«Annunciare il colore per una Svizzera più umana»: questo è il nome della campagna lanciata all’inizio del mese dalla Diaconia protestante svizzera (Eper), che si propone, attraverso un braccialetto blu, di rendere visibile l’azione delle associazioni o di semplici cittadini svizzeri che sostengono le vittime delle guerre o della violenza in cerca di rifugio oltralpe.

Una campagna originale, che è stata inaugurata con un’iniziativa ancora più particolare: un braccialetto gigante, infatti, era stato collocato lo scorso 2 maggio intorno a una delle torri del Grossmünster, l’antico duomo di Zurigo. In Svizzera tedesca sono già cinque le chiese che inalberano il “braccialetto della solidarietà”, che da lunedì 13 giugno svetta anche sul tempio della Fusterie a Ginevra. Il fatto che questo succeda nella città di Calvino non è sicuramente un caso: «Ginevra deve molto agli stranieri che l’hanno costruita e che anno permesso la sua crescita dopo la Riforma – ricorda Emmanuel Fuchs, presidente della Chiesa protestante di Ginevra – dobbiamo agire: non abbiamo scelta, d’altronde, perché ci sono delle persone che muoiono alla nostra porta. Bisogna annunciare il colore: dobbiamo ascoltare e agire».

L’Eper spera di rifare lo stesso con la cattedrale di Losanna, magari mettendole il “braccialetto” il prossimo 20 giugno in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati.

«Circa 45 organizzazioni, dal piccolo gruppo all’ong, partecipano alla nostra campagna – si rallegra Olivier Graz, responsabile della comunicazione dell’Eper. Dietro il numero di 60 milioni di rifugiati e esiliati nel mondo ci sono uomini e donne a cui vogliamo mandare un messaggio di sostegno e solidarietà non politicizzato».

Sono già stati distribuiti più di 40mila braccialetti, segno di una risposta partecipe dei cittadini svizzeri. In queste ultime settimane, il mondo religioso si è già mobilitato per i rifugiati, sia da parte cattolica che da parte protestante: in particolare nel cantone di Friburgo il programma “Dono di Dio, dono dell’altro”, portato avanti dalle chiese locali di entrambe le confessioni, ha invitato i fedeli ad accogliere i rifugiati, e a Vaud il progetto ecumenico «Action parrainage» ha già raccolto 200 sponsor a favore di chi scappa dalla guerra.

Foto: By Gfuerst – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16546877