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Cordoglio per la strage di Orlando

Gli Stati Uniti sono in lutto per quella che è stata descritta come la peggiore sparatoria della storia americana. Ieri notte Omar Mateen, americano di origini afgane, armato con un fucile d’assalto e una pistola, è entrato all’interno del Pulse, la discoteca gay di Orlando (Florida), e ha aperto il fuoco sulle persone che ballavano uccidendo 50 persone e ferendone oltre una cinquantina. Ma il bilancio è destinato a salire nelle prossime ore.

Il massacro è stato rivendicato dallo Stato Islamico che ha proclamato che la sparatoria è opera di un «soldato del Califfato», ma si batte anche la pista secondo la quale il movente sia l’odio del giovane nei confronti delle persone omosessuali.

Il presidente Barack Obama, che ha ordinato bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici e le ambasciate Usa fino a giovedì sera, ha parlato di «un atto di terrore e di odio» e da ogni parte del mondo si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà.

In attesa di comunicati ufficiali da parte di chiese e organizzazioni religiose, le prime parole di cordoglio sono state espresse su Twitter.

«Le nostre preghiere sono rivolte a tutti coloro che sono stati uccisi e feriti nella strage di Orlando» scrive il Consiglio ecumenico delle chiese.

«I nostri cuori, i nostri pensieri e preghiere vanno alla gente di Orlando in questo orribile giorno», ha twittato la Chiesa Metodista della Gran Bretagna.

La Chiesa d’Inghilterra ha pubblicato una preghiera, nella quale dinanzi all’orrore per così tanta violenza, si chiede a Dio di fermare le mani che uccidono e mutilano e di convertire i cuori che odiano. «Concedici il tuo forte Spirito di pace, quella pace che oltrepassa la nostra comprensione ma cambia la vita, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. Amen».

Anche la pastora Laurie Ann Kraus, della Presbyterian Mission Agency, esprime il suo dolore per quanto accaduto ad Orlando con le parole di una lunga preghiera , che si apre con l’antica domanda del salmista «Fino a quando Signore?», e nella quale si chiede a Dio di perdonare una società che tollera la cultura della violenza e che è sorda ai gesti e alle parole di intolleranza verso coloro che sono «diversi».

Il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, ha condiviso sul suo profilo twitter le parole dell’amico Brian Paulson, pastore della First Presbyterian Church di Libertyville, che commentando i fatti di Orlando ha scritto: «La nostra fede ci insegna che tutti gli esseri umani sono preziosi e tutti portano l’impronta dell’immagine di Dio. Quell’impronta di Dio è su tutte le persone. Non è limitata alle persone rette, ai cristiani, o qualsiasi altro sottoinsieme dell’umanità. Il marchio del Creatore è in tutti noi, ed è saldamente posto sulla vita delle persone lesbiche, gay, bisessuali, e le persone trans-gender (molti dei quali sono persone attive e impegnate nella fede). È sulle persone di ogni filosofia e religione – compresi i nostri vicini musulmani che vivono fedelmente accanto a noi in comunità. Evidenzio questa benedizione comune con l’enfasi sull’orientamento e la religione a causa dei dettagli orribili in questo particolare attacco. (…) La nostra chiesa ha imparato a vivere con fedeltà insieme anche quando ci sono questioni in cui ci troviamo in disaccordo. Ma i nostri disaccordi non ci devono mai condurre verso la via della paura o dell’odio. La mia preghiera è che il nostro modello di tolleranza e di rispetto reciproco potrà offrire ispirazione alla nostra comunità».

Daniel R. Jackson, presidente della Chiesa cristiana avventista del Settimo Giorno in America del Nord, in una lunga dichiarazione rilasciata subito dopo il massacro, ha detto: «Come cristiani, crediamo fermamente che l’odio per chiunque, fratello, sorella, amico o nemico, non venga da Dio, ma dal padre del male, il diavolo. Dobbiamo condannare tutte le espressioni di odio, dall’incitamento alla violenza mortale. Tutte le donne, i bambini e gli uomini di questo mondo, indipendentemente dal fatto se credono, vivono o amano come noi, sono figli di Dio. Siamo certi che, alla fine, l’amore vincerà. Sappiamo che un giorno l’odio e il male non ci saranno più. Fino a quel giorno, continueremo a pregare che le comunità in questo mondo possano vivere senza paura».

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