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2017. Occasione propizia di dialogo tra le chiese

«Il passato non si cambia, ma può cambiare ciò che di esso viene ricordato e il modo nel quale viene ricordato». Così recita il documento della Commissione bilaterale luterana-cattolica «Dal conflitto alla comunione», preparato in vista dei Cinquecentenario della Riforma protestante, un documento che invita a vedere la storia in un’ottica diversa: cercare ciò che accomuna e non ciò che divide.

E proprio per entrare nel vivo dei festeggiamenti per i primi 500 anni della Riforma protestante che la Facoltà teologica del Triveneto e l’Istituto di studi ecumenici San Bernardino hanno deciso di avviare una serie di incontri intitolati: «A 500 anni dalla Riforma protestante. Ripensare l’evento, viverlo ecumenicamente».

Saranno quatto gli appuntamenti principali tra Padova e Venezia, nel biennio 2016/2017. Il primo incontro è previsto per giovedì prossimo, 26 maggio, alle 17 a Padova presso la Facoltà teologica con la conferenza «2017: occasione propizia di dialogo tra le chiese?», con Riccardo Burigana e Placido Sgroi, docenti dell’Istituto di studi ecumenici San Bernardino di Venezia, moderati da Riccardo Battocchio, docente alla Facoltà.

«L’orizzonte nel quale si collocano queste proposte – hanno spiegato i professori e coordinatori del progetto Simone Morandini e Battocchio – è ripercorrere le vicende del passato con l’intento di costruire una storia comune, riconoscendo errori commessi e intenzioni stravolte, ma anche ricadute positive nella vita di fede di tanti cristiani».

Il percorso proseguirà con il Convegno annuale della Facoltà teologica sul tema «Giubileo della misericordia, Giubileo della Riforma: una prossimità feconda?» il 10 novembre 2016 e si completerà con due giornate di studio su «La nozione di Riforma e il presente come tempo di riforma» (Venezia il 23 febbraio 2017) e «Riforma e riforme nel Nord-Est» (Venezia, 4 maggio 2017). Tra i relatori Elisabeth Parmentier, James Puglisi e Jӧrg Lauster.

Incalzato in un’intervista di Paola Zampieri (pubblicata proprio sul sito della Facoltà teologica del Triveneto) su quale significato è possibile riconoscere, da parte cattolica, nell’evento della Riforma nei processi religiosi, culturali, politici-economico sociali e a esso in vario modo collegati, Placido Sgroi ha rilevato: «Alla domanda corrisponde il dilemma di fronte a cui si sono trovati gli autori cattolici del documento ecumenico «Dal conflitto alla comunione: la Riforma del 1517 è solo da commemorare o anche da celebrare? può un cattolico celebrare i 500 anni di divisione della chiesa d’Occidente? E proprio sull’identità della Riforma che punta l’interrogativo: se essa aveva come scopo la divisione del corpo di Cristo, ovviamente c’è ben poco da festeggiare, ma se essa aveva come obiettivo, umanisticamente, il ritorno alle fonti della fede cristiana, e ha effettivamente prodotto questo processo di rigenerazione della fede, tanto per i luterani quanto per i cattolici, allora c’è motivo di celebrare insieme, anche in forza del fatto che lo “spirito della Riforma”, l’idea di una chiesa in stato di perenne riforma, non ha più abbandonato la cristianità. Certo la cicatrice della divisione resta, essa non è scomparsa, ma costituisce una indispensabile memoria di come gli esseri umani possano porre ostacolo all’azione dello Spirito, sia a livello individuale che collettivo».

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