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Da Milano alla val d’Angrogna

Il gruppo del corso biblico di fomazione per adulti della chiesa valdese di Milano ha trascorso i giorni dal 22 al 24 aprile nelle valli valdesi con il fine di concludere il percorso di formazione lungo alcune tappe della storia valdese.

Il viaggio ha dato la possibilità di rinsaldare amicizie e stringerne di nuove, ripercorrendo il fenomeno della Riforma protestante attraverso luoghi significativi della memoria valdese. Torre Pellice è stata cornice di chiacchierate, di confronti accompagnati da una riflessione sul senso del protestantesimo oggi. Sul campo abbiamo constatato quanto il concetto di Sola Scriptura abbia guidato i valdesi sin dal Medioevo. Abbiamo seguito le tracce dei barba, che per il solo desiderio di diffondere l’Evangelo, rischiarono la propria vita senza alcun vantaggio personale.

Inoltre, durante quelle giornate, animate dal pastore Giuseppe Platone, abbiamo avuto l’occasione di parlare con le persone che da sempre risiedono nelle Valli e che portano in sé la genuinità delle tradizioni locali. Con emozione abbiamo incontrato l’ottantenne Pierino Rivoira, residente al Foyer per anziani al Serre di Angrogna, mentre tornava dal Colle della Vaccera, dove si era avventurato a piedi per ore solo per vedere le prime viole di stagione. Potemmo cogliere la bellezza che nasce da un incontro quando rispose con un semplice: «Se Dio vuole» al corale arrivederci. Ma gli abitanti delle Valli, per quello che abbiamo potuto capire, vivono l’attaccamento alle tradizioni unitamente a una costante passione per i temi sociali odierni. Ne è prova il Museo delle donne valdesi al Serre, che ricorda la storia del loro impegno costante per la famiglia, per la chiesa e per la società. Ad Angrogna, siamo entrati a carponi nella Ghiesa d’la Tana, simbolo della lunga stagione clandestina della fede a causa dell’intolleranza religiosa, e passati davanti all’obelisco di Chanforan, emblema dell’adesione valdese alla Riforma, luoghi storici che grazie al lavoro di volontari sono mantenuti con cura. La domenica, siamo saliti al colle della Vaccera, presso Cà d’la Pais, per celebrare il culto e cantare di cuore a Dio «Amazing grace». Lì constatiamo sia l’impegno fisico della «passeggiata» del signor Pierino sia la protezione naturale in cui si organizzarono bande partigiane nella Resistenza. Infine, sulla via del ritorno, a Pinerolo siamo stati simpaticamente accolti al tempio valdese e poi attraverso il parco prospiciente abbiamo raggiunto e sostato presso il monumento dedicato alle vittime dell’intolleranza, che nella sua forma, a lingua di fuoco, ricorda lo scenario suggestivo del decimo canto dell’Inferno dantesco.

Il pensiero dei quindici che hanno fatto l’esperienza di questa gita così intensa si riassume in un profondo senso di gratitudine verso Dio. Perché, attraverso il nesso tra luoghi storici e persone, abbiamo fatto capolino nel cuore pulsante del protestantesimo italiano. Dove contiamo, se Dio vorrà, di rimanere.