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70 anni del Totocalcio, una storia (anche) valdese

Ieri 5 maggio ha compiuto 70 anni il Totocalcio, il gioco che più di ogni altro ha fatto da collante nell’Italia del dopoguerra, aiutandola a sentirsi nazione attorno ad una radio che gracchiava i risultati dai campi, dal nord al sud dello stivale. Tutti i giornali e le televisioni ricordano l’invenzione, datata 1946, il cui merito va a un giovane giornalista ebreo triestino ma fiorentino d’adozione, Massimo della Pergola, costretto a riparare in Svizzera nel 1943 dopo la promulgazione delle leggi razziali nel 1938 e lo scoppio del secondo conflitto mondiale.

Non tutti forse sanno che il mondo valdese ha giocato un ruolo non marginale in questa vicenda. Ad aiutare Massimo, la moglie Adelina e il figlio Sergio a fuggire in terra elvetica, procurando documenti e carte di identità false e accompagnandoli fino al confine, fu infatti Maria Adelaide Silvestri Sabatini, per tutti Gina. Partigiana e valdese che, nella Firenze contesa fra truppe nazifasciste e alleate, si prodigava per mettere in salvo ebrei e ricercati, in compagnia fra gli altri della famiglia di Tullio e Fernanda Vinay, che avevano creato un nascondiglio dietro un muro nella stanza dei figli dove nascondere amici in pericolo. Entrambi, Vinay e Gina Silvestri sono stati insigniti del titolo di “Giusti fra le Nazioni” dallo Yad Vashem, l’ente per la memoria della Shoah, istituito nel 1953 dal parlamento israeliano per preservare la memoria di ognuna delle sei milioni e mezzo di vittime ebraiche che ha fra i suoi compiti anche quello di cercare e ricordare coloro i quali da non ebrei hanno messo in atto azioni per salvare la vita di persone di fede ebraica dagli orrori della guerra.

In terra svizzera, nel campo di internamento di Pont de la Morge, non lontano dalle rive del Rodano, Massimo nel campo è solo un numero, il 21915, e trascorre le giornate addetto ai lavori di scavo. Per non precipitare nell’oblio del dolore inizia a fantasticare attorno al progetto di un gioco di pronostici che ruotasse attorno ai risultati delle partite del campionato italiano di calcio, già importante prima della guerra, ma che sarà destinato a diventare fenomeno di massa dopo. E con esso ci sarà appunto il Totocalcio che per decenni accompagnerà gli italiani nel rito serale dell’elenco dei risultati, in attesa del fatidico 13 che poteva cambiare una vita. Il gioco spezzettato dal venerdì al lunedì, internet, le tv a pagamento, hanno cambiato completamente la fruizione dello sport più amato, tradendone anche l’originale spirito aggregativo, sorta di messa laica della domenica pomeriggio. A farne le spese anche il Totocalcio, oggi travolto da valanghe di scommesse on line e telefoniche. Resiste nonostante tutto, giocato ancora da un pugno di affezionati che non si arrendono a rinunciare all’idea romantica di questo sport, e forse anche della vita.