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Un intellettuale e un pastore vissuto per promuovere il dialogo

È scomparso il 4 marzo, all’età di 82 anni, Domenico Maselli, pastore per molti anni della chiesa valdese di Lucca, professore emerito di Storia del cristianesimo all’Università di Firenze, parlamentare per due legislature (1994 e 1996), e presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) dal 2006 al 2009.

«Sono molto addolorato per la scomparsa di Domenico Maselli – dice l’attuale presidente della Fcei, pastore Luca M. Negro, – anche perché mi aveva chiamato proprio la mattina del giorno della sua morte per invitarmi a Lucca, nell’ambito di un progetto che aveva a cuore: un gemellaggio tra Lucca e Ginevra, la città dove tanti protestanti lucchesi avevano trovato rifugio al tempo della Controriforma. Domenico è stato un personaggio poliedrico: grande pastore, storico del movimento evangelico in Italia, deputato al Parlamento attivo in vari campi (e particolarmente in quello della libertà religiosa), fautore di un ecumenismo a 360° gradi (prima di tutto fra le chiese evangeliche ma anche nei confronti del cattolicesimo)».

Nato a Alessandria nel 1933, a fianco all’attività universitaria ha curato le chiese valdesi di Barga e di Lucca, e la chiesa in formazione di Viareggio. Ma la sua attività al servizio della chiesa si è svolta anche nell’ambito della Commissione Chiesa e Stato (con particolare riferimento ai rapporti con gli Enti pubblici); né va dimenticata l’attività della scrittura, con l’editrice Claudiana, fra i cui frutti vanno ricordati Tra Risveglio e millennio. Storia delle chiese cristiane dei Fratelli, 1836-1886 (1974); Libertà della Parola. Storia delle chiese cristiane dei Fratelli, 1886-1946 (1978); Villa Betania, un’avventura della fede. Storia dell’ospedale evangelico di Napoli (1989); Storia dei battisti italiani – 1873-1923 (2003). È significativo anche ricordare la consulenza che diede a uno scrittore oggi assai rinomato quale Maurizio Maggiani, che lo ringraziava a conclusione del suo romanzo Il coraggio del pettirosso (Feltrinelli, 1995) per i suggerimenti e le precisazioni forniti a proposito delle traduzioni cinquecentesche della Bibbia in italiano.

Quanto al Maselli politico, il senatore Lucio Malan ne ricorda la grande attenzione posta alla questione delle Intese: «Nel 2007 non era parlamentare, ma presidente della Fcei e continuava a occuparsene – ricorda –: in quell’anno ci fu una serie importante di Intese stipulate con lo Stato, di confessioni anche non appartenenti al ramo giudaico-cristiano. Continuò a occuparsi anche del tema della libertà religiosa, organizzando incontri e convegni: ma soprattutto era un uomo in grado di discutere con tutti al di là degli schieramenti, tanto in ambito politico quanto in quello ecclesiastico, dove interloquiva anche con le chiese non legate al protestantesimo storico».

Giorgio Merlo, per vari mandati deputato del Collegio di Pinerolo, ne ricorda invece l’adesione al gruppo dei cristiano-sociali di Ermanno Gorrieri. «Credeva fortemente in una politica popolare, riformista, anche di ispirazione cristiana ma che partiva dai bisogni degli “ultimi”. Con Domenico abbiamo perso un grande uomo, un sincero riformista e un vero intellettuale.

I funerali di Domenico Maselli si sono svolti a Lucca lunedì 7 marzo, nella basilica di S. Frediano, dove predicò Pier Martire Vermigli, riformatore italiano del Cinquecento, presieduti dai pastori Paolo Ricca e Mario Affuso.

Foto Pietro Romeo