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Biomasse: la voce dei proponenti

«La centrale ha iniziato a funzionare con regolarità. Alcune accensioni di “prova” erano già state effettuate tempo fa, mentre in questi ultimi giorni le accensioni sono state più regolari» queste le parole di Guido Merlo, proprietario dell’omonima azienda agricola e promotrice dell’impianto che è sorto nelle imediate vicinanze degli impianti sportivi di Luserna San Giovanni, a ridosso del centro abitato.

La costruzione della centrale (i primi progetti risalgono addirittura al 2008) ha suscitato in questi anni molte polemiche e ne abbiamo parlato diverse volte (l’ultima a questo link con l’intervista al Sindaco di Luserna San Giovanni Duilio Canale) e ha anche spinto alla formazione di un comitato che dicesse no alla costruzione. In val Pellice opera un’altra centrale simile a Torre Pellice per il riscaldamento di scuole e di alcuni locali comunali che brucia biomassa legnosa, legno triturato, il cosiddetto cippato ed è di dimensioni inferiori a quella lusernese (fra le 5 e le 7 volte più piccola) «Abbiamo iniziato con una fase di accensioni alternate a spegnimenti per permettere ai tecnici di effettuare le necessarie regolazioni. Per questo i cittadini hanno visto in alcuni momenti il fumo (vapore acqueo) uscire dal camino.

Questa particolare condizione è dovuta alla bassa pressione, nel momento di tempo sereno il fumo scompare del tutto, dovuto infatti solo a una questione di umidità». Le preoccupazioni sono molte. Una di queste riguarda la provenienza del legname. Si sono ascoltate le voci più fantasiose (legname proveniente dalla zona contaminata di Chernobyl) a quelle più plausibili (materiale delle foreste sudamericane). «Al momento –spiega Merlo –abbiamo 40 fornitori e di questi poco più dell’80% sono delle valle. Il restante arriva dalla val Chisone e dalla val Po e ancora, in misura minore, dalla pianura, dove ci sono i grandi piantamenti di pioppi. Noi accettiamo sia ramaglie che alberi interi, in quanto poi vengono triturati e bruciati nella centrale. Molti giardinieri ad esempio vengono a consegnare il risultato delle loro potature o dei loro tagli, che altrimenti dovrebbero essere smaltite in modo diverso, andando a esempio a Pinerolo».

L’altro grande punto interrogativo è quello del riscaldamento. Oltre a produrre energia elettrica la centrale produce anche molta acqua calda. «Al momento non abbiamo impianti connessi ma abbiamo già autorizzazioni per attraversare strade etc. per collegare impianti di riscaldamento. Abbiamo dovuto “correre” per ultimare i lavori e quelli del teleriscaldamento sono stati lasciati per un attimo da parte ma è nostra intenzione quella di collegare un numero adeguato di impianti». E a poca distanza dalla centrale ci sono impianti sportivi comunali: spogliatoio per le squadre di calcio, palestra e soprattutto la piscina. Forse sarebbe il caso di farci un pensiero.  

Foto: Diego Meggiolaro/Radio Beckwith