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L’Etiopia senz’acqua

Con più di 85 milioni di abitanti, l’Etiopia è il secondo paese più popoloso del continente africano. Dal punto di vista naturalistico, il territorio etiope si estende dai deserti sul confine somalo alle foreste tropicali meridionali, passando per gli altipiani montagnosi del centro, solcati dalla Great Rift Valley. La diversità del paesaggio determina ampie variazioni, suolo, vegetazione e modelli d’insediamento; ma ferme restando le sue varietà naturali, il clima del paese è essenzialmente monsonico, ovvero dipendente da due venti ciclici dell’Oceano Indiano che spirano umidi dal mare durante l’estate e secchi da terra durante l’inverno. In Africa, come in Asia e in Sudamerica, i monsoni mitigano le escursioni termiche e dividono l’anno in due macro-stagioni: una secca invernale ed una umida estiva.

Dividono o dovrebbero dividere, perché in barba alla geografia, dal giugno scorso, sui ricchi paesaggi d’Etiopia non è piovuta una goccia d’acqua. L’assenza di precipitazioni che ha colpito il paese – un fenomeno atmosferico che i meteorologi riconducono alla periodicità di El Niño – ha trascinato diverse aree abitate in una siccità peggiore di quella del 1984, quando alla carenza d’acqua si era aggiunta la guerra civile che sette anni dopo avrebbe portato alla caduta del regime comunista. Al tempo le due calamità combinate furono all’origine di una carestia che provocò la morte di oltre un milione di persone. Una tragedia eco-politica che oggi rischia di ripetersi.

Nel solo 2015, la siccità ha fatto crollare la produzione agricola dal 50 al 90 per cento e ha sterminato centinaia di migliaia di capi di bestiame; numeri che per un’economia come quella etiope, fondata per l’80 per cento su allevamento e agricoltura corrispondono alla perdita di ogni sussistenza economica. Secondo gli ultimi dati disponibili, le persone senza cibo sufficiente ammonterebbero a più di 10 milioni. Tuttavia secondo Oxfam, un’Ong in prima linea nella lotta alla siccità del Corno d’Africa altri 7,9 milioni di etiopi vivrebbero una condizione di povertà cronica. «La situazione è drammatica e non accenna a migliorare» denuncia a “Mondo e Missione” Silvia Testi, responsabile dell’Ufficio Africa di Oxfam Italia.

Stando a Reuters Carolyn Wilson, che in qualità di direttrice di Save the children ha visitato alcune delle regioni colpite nel nord e nell’est del paese, «l’emergenza ha raggiunto proporzioni ormai enormi e il governo non è più in grado di rispondere con le sue sole forze». Coadiuvato da diverse organizzazioni internazionali, il governo etiope ha stimato in 1,4 miliardi di dollari gli aiuti necessari per fronteggiare l’emergenza cibo. Ma al momento è assicurato solamente il 30% di questa “somma salvezza”.

Foto via Pixabay