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I motivi per credere e per non credere

In un momento in cui la secolarizzazione colpisce le chiese del protestantesimo storico (oltre alla Chiesa cattolica) ed esse si interrogano sul proprio stato di salute giova riprendere un libro di Sergio Quinzio uscito nel 1982 e ora ripubblicato. Silenzio di Dio* si interroga sul perché il mondo moderno si sia costruita un’idea di Dio destinata a mettersi in crisi da se medesima. Naturalmente si fa strada, in sordina e man mano che il testo procede, un leitmotiv per eccellenza, che ritroviamo in altre pagine del teologo e filosofo scomparso nel 1996, cioè la non-onnipotenza di Dio: su questo assunto non mi farò mai convincere, ma il percorso di Quinzio è come al solito originale e affascinante.

Le pagine più forti, al centro del volume, sono quelle in cui si dimostra che, paradossalmente, gli stessi argomenti usati per negare Dio, possono affermare la sua presenza sulle nostre vite. Il punto nodale è la «crisi della manifestazione di Dio» (p. 57). Ne rimangono delle esperienze puramente interiori; invece quel Dio che secondo le Scritture dovrebbe manifestarsi nella storia, proprio in quest’ultima latita. Ma d’altra parte il Male, le sofferenze e le ingiustizie risultano percepibili proprio in quanto contrastano con l’idea di un Dio misericordioso che ama le sue creature: «È la religione biblica, con la sua tensione verso il mondo redento, a rivelare l’orrore del mondo irredento» (p. 69).

La cristianità ha di fronte a sé non il Fato immodificabile degli dèi greci, ma un Dio al quale Giacobbe si ribella: dopo una notte di lotta, egli si chiamerà Israele (Genesi 32); ma se Dio stesso prevede che la sua creatura possa diventargli antagonista, si dà automaticamente nel mondo la possibilità che esso volga al Male. Lo sviluppo accelerato delle scienze (e Quinzio scriveva nel 1982) inoltre acuisce la distanza da una narrazione che sembra ingenua o mitica, ma la fede è pur sempre un dono che si ha per grazia, e allora come spiegarlo? Diventa sempre più arduo.

Emozionante è infine la citazione della prefazione che Vittorio Subilia scrisse a un importante testo del teologo cattolico Brunero Gherardini dedicato a Lutero e all’importanza della teologia della croce rispetto alla teologia della gloria; episodi di fraterno ecumenismo della ricerca teologica a cui forse ci siamo abituati; ma anche in questo caso, guardiamo alla data di allora, e non scoraggiamoci troppo di fronte ai problemi che le chiese protestanti (e non solo loro) hanno oggi.

* S. Quinzio, Silenzio di Dio, Milano, Il Saggiatore, 2015, pp. 147, euro 16,00.

Foto “Michelangelo, profeti, Jeremiah 02” di Michelangelo BuonarrotiWeb Gallery of Art:   Image  Info about artwork. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.