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Rallentare il passo per la giustizia climatica

Torino, Ivrea e Aosta sono state le ultime tappe italiane del “Peoples’s Pilgrimage”, il “pellegrinaggio del popolo” verso la Conferenza dell’Onu sul clima (Cop21, Parigi, 30 novembre – 11 dicembre); un movimento di persone appartenenti a diverse comunità religiose che, da tutto il mondo, si mettono in marcia verso Parigi per esprimere la loro preoccupazione per i cambiamenti climatici causate dalle emissioni di gas di serra; cambiamenti che colpiscono particolarmente le popolazioni più povere del pianeta, ma mettono a rischio la sopravvivenza di tutto il pianeta. Durante la tappa torinese, il 29 ottobre, si è svolto un incontro con i marciatori. Il promotore dell’iniziativa, l’attivista e uomo politico filippino Yeb Saño (già intervistato da Riforma, n. 38 del 9 ottobre), ha sottolineato il carattere al tempo stesso politico e spirituale del pellegrinaggio: “La nostra destinazione finale – ha detto – non è solo Parigi, sono i cuori e le menti di tutte le persone del mondo. A Parigi chiederemo ai paesi ricchi di riconoscere le loro responsabilità e di arrivare finalmente a un accordo chiaro che preveda un aumento massimo della temperatura globale di 1,5 gradi”. Saño è stato vice-ministro e negoziatore capo delle Filippine per i cambiamenti climatici, ma ha deciso di dedicarsi a tempo pieno all’organizzazione del pellegrinaggio, “anche perché dopo venti anni di negoziati c’è una lotta più grande da fare: scendere nelle strade, in mezzo alla gente, perché cresca la coscienza della gravità della situazione e della necessità di una conversione ecologica”. Per questo il metodo della marcia è particolarmente indicato: “In un mondo che si muove così velocemente c’è bisogno di rallentare il passo. Come diceva John Lennon, bisogna prendere del tempo per fermarsi e sentire il profumo dei fiori”. Durante la tappa italiana i marciatori hanno incontrato vari amministratori a livello regionale e locale, ma soprattutto tanti cittadini e particolarmente molti giovani, intere scolaresche. “Perché in gioco è soprattutto il futuro dei nostri figli”, ha detto Saño.

All’intervento di Saño è seguito quello di Nadia Gonella della Focsiv, una delle associazioni di volontariato che sostengono il pellegrinaggio. Gonella ha raccontato la vita quotidiana dei marciatori, in particolare i momenti di silenzio “per dare voce alle vittime dei cambiamenti climatici” e l’impegno per diffondere l’enciclica “ecologica” di papa Francesco, “Laudato si’”.

Intervenendo nel dibattito a nome della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (che ha aderito all’iniziativa), Antonella Visintin ha ricordato che verso Parigi stanno convergendo vari pellegrinaggi: dai paesi scandinavi, dalla Germania, dall’Inghilterra e persino dall’Ucraina attraverso l’Ungheria e l’Austria, e ha sottolineato che le questioni della giustizia climatica e della giustizia economica non possono essere separate.