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La scelta della croce

Ecco, le nazioni sono come una goccia che cade da un secchio, come la polvere minuta delle bilance; ecco, le isole sono come pulviscolo che vola
(Isaia 40, 15)

Vidi un angelo che volava in mezzo al cielo, recante il vangelo eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla terra, a ogni nazione, tribù, lingua e popolo
(Apocalisse 14, 6)

Non deve essere stato facile per il popolo eletto andare in esilio. Nella migliore delle ipotesi deve essersi sentito come Giobbe, molti avranno perso la fede, per lo meno la fede nell’onnipotenza di Dio. Un Dio orgoglioso di sé e della propria potenza non avrebbe permesso tutto ciò. Oppure si tratta di un Dio indifferente, di un Dio che non ama, non ama neppure il suo popolo.

Allo stesso modo deve essere stato tremendo essere vittime della Shoà. Non solo per il terrore, non solo per la visione della morte e della crudeltà umana, non solo per la fame, la sete, la fatica, non solo per le vite spezzate, le case abbandonate, i figli persi o visti morire. Non solo per l’enormità dell’ingiustizia che si stava subendo, non solo per il tremendo silenzio che circondava quell’orrore. Non solo per tutto questo. Ma anche, e forse soprattutto, per la tragica, tremenda domanda che poteva rimanere senza risposta: dov’è Dio in tutto ciò?

In molti hanno tentato di rispondere a questa domanda: qualcuno ha detto che Dio è morto, che non è mai esistito, si è ritratto, è impotente, ma qualcuno ha anche detto che Dio è sulla croce. Il Dio onnipotente che ha creato i cieli e la terra, gli oceani e tutto quello che in essi vive, è sulla croce. Il Dio ai cui occhi siamo pressocché invisibili, tanto siamo piccoli e insignificanti, è sulla croce. Ha scelto: Lui, unico, che poteva evitare la fame, la sete, il freddo, la fatica, il dolore, la paura, lo smarrimento, il terrore e la morte, almeno la morte, è sulla croce.

Agli occhi suoi le nazioni sono come una goccia eppure Gesù ha scelto di incarnarsi e di condividere con tutti noi la nostra dolente umanità. Non è stato un supereroe, non ha scelto di essere un principe o un semidio, ma si è fatto uomo per incontrarci nella nostra debolezza e nella nostra fragilità. Questo è lo straordinario mistero della nostra fede. Amen.

Foto “Hortus Deliciarum, Die Kreuzigung Jesu Christi” by Herrad von Landsberg – Hortus Deliciarum. Licensed under Public Domain via Commons.