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In Indonesia ancora attacchi alle chiese cristiane

Alla fine le forze di sicurezza hanno ceduto ed hanno demolito le tre chiese cristiane, esaudendo in questo modo le richieste degli estremisti che nei giorni scorsi avevano incendiato altri luoghi di culto e provocato la morte di una persona durante gli scontri.

Siamo in Indonesia, per essere più precisi nella regione di Aceh, nell’ovest del Paese, teatro di intimidazioni e azioni nei confronti delle minoranze cristiane oramai da anni.

Il grande stato asiatico, 240 milioni di abitanti, è la più popolosa nazione musulmana al mondo, e la vita per le altre comunità di fede si è storicamente sempre rivelata assai difficoltosa.

L’area di Aceh è quella in cui hanno attecchito meglio i gruppi estremisti come Defenders Front, costola del Gam, il fronte nazionale di liberazione di Aceh, vicini ad Al Qaeda prima e all’Isis ora, capaci di condizionare a tal punto il governo nazionale da ottenere ampie autonomie gestionali a favore delle autorità locali.

Queste ultime si rivelano spesso troppo deboli per contrastare lo strapotere dei gruppi armati. Si tratta infatti dell’unica regione in cui vige la legge islamica, la shari’a, e quella in cui sostanzialmente si concentrano tutti gli attacchi nei confronti di qualsivoglia minoranza.

Altre demolizioni di chiese sarebbero in corso e sono migliaia le persone in fuga, soprattutto verso nord, per il timore di venire uccise.

La motivazione ufficiale che governo locale e polizia forniscono per giustificare le demolizioni si rifà ad una legge datata 1979 che regolarizzava numero e siti per nuove costruzioni di luoghi di culto. Legge ampiamente datata e superata dagli eventi, ma che viene brandita torcendola ai propri fini. A questo si aggiunge un iter burocratico per nuove edificazioni estremamente difficoltoso, se si considera ad esempio che è necessario il nulla osta di una ampia maggioranza della popolazione locale a cui aggiungere quello dell’apposito gruppo per il dialogo inter-religioso per poter anche solo immaginare di innalzare un muro. Da qui la nascita di strutture in lamiera, estremamente provvisorie sia per quel che riguarda la stabilità che la facilità a venire abbattute dalla furia dell’uomo quando non della natura, che qui si manifesta con frequenti tifoni ed inondazioni.

Con questa scusa ogni anno il numero delle chiese abbattute oscilla fra 40 e 50, segnale della complice inerzia della polizia. In questi giorni il governo centrale di Giacarta ha inviato un migliaio di agenti delle forze speciali allo scopo di pattugliare le strade in prossimità delle chiese. Troppo pochi per una regione, quella di Aceh, grande un quinto dell’Italia. E troppo tardi forse, visti i troppi episodi ripetuti.

Foto “Indonesian Army infantryman participating in the GPOI” di Jason Shepherd, U.S. Army – http://www.army.mil/; exact source. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.