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Operazione riciclo al Sinodo. Una scommessa vinta

Per il Sinodo 2015 la chiesa valdese di Torre Pellice, che si occupa regolarmente dell’organizzazione e gestione del buffet operativo durante i lavori sinodali, ha lanciato l’iniziativa di ridurre del 50% il consumo delle bottiglie di plastica. A Marcello Salvaggio, pastore di Torre Pellice, chiediamo di raccontarci la genesi del progetto.

«Prima di tutto esprimo la mia riconoscenza al Signore che ci ha accompagnati in questa esperienza che è stata una piccola rivoluzione. Il nostro progetto è frutto di alcune riflessioni che stiamo portando avanti sul tema dei consumi e della quantità di rifiuti che la chiesa produce nel corso dell’anno. Uno dei banchi di prova è proprio la settimana del Sinodo – che vede la nostra chiesa impegnata nel servizio di accoglienza e aiuto ai sinodali – in cui viene utilizzata tanta plastica (soprattutto bottiglie d’acqua ma anche vassoi e contenitori di cibo in plastica e alluminio). In questi ultimi anni ci è stato fatto notare dai sinodali e da chi ha una sensibilità ai temi ambientali che l’appuntamento del Sinodo poteva essere l’occasione giusta per fare un passo significativo in questa direzione. Così, dopo aver riflettuto insieme, abbiamo fatto alcuni ritocchi alla nostra organizzazione interna: abbiamo chiamato il gruppo del buffet sinodale “commissione accoglienza”, c’è stato un ricambio delle persone coinvolte nel servizio, e abbiamo approntato il progetto di ridurre del 50% il consumo delle bottigline d’acqua in plastica durante questa settimana».

A conclusione dei lavori sinodali, come valuta l’iniziativa?

«Nonostante la titubanza dei proponenti, la paura di gestire il cambiamento e di ricevere reazioni diffidenti o contrarie, l’iniziativa è andata molto bene. Dietro i banconi i ragazzi e le ragazze – che su questi temi hanno forse una particolare sensibilità – sono stati sempre molto disponibili a spiegare il senso dell’iniziativa: acquistare a due euro la prima bottiglia di plastica, che – conservata – è stata di volta in volta riempita ad un costo inferiore. Auspichiamo che nei prossimi sinodi, i deputati possano arrivare con la propria borraccia. In questi giorni ho avuto modo di parlare sia con i deputati del Sinodo sia con i volontari del comitato accoglienza, e devo dire che il progetto è nato bene e ci incoraggia a proseguirlo l’anno prossimo compiendo qualche passo in più, riuscendo pian pianino a liberarci della plastica che abbiamo in deposito e a passare alla ceramica e al vetro che potranno essere lavati in una lavastoviglia del tipo ecologico». 

Dunque possiamo dire che la scommessa è stata vinta…

«Io direi proprio di sì. Certo, non nascondiamo le fatiche che abbiamo dovuto mettere in campo per realizzare questo progetto, ma ho visto molti sorrisi, molta buona volontà, e una serenità complessiva che ci incoraggia a proseguire il cammino. Le chiese sono già da anni sensibili e impegnate sul tema della raccolta differenziata, ma sappiamo che altre cose si possono fare, spesso trascurate per comodità e scarso impegno. Secondo me, invece, ragionandoci un po’ e collaborando insieme, possiamo intervenire meglio sugli aspetti della vita comunitaria e dare un contributo all’ambiente». 

Foto Pietro Romeo