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Il welfare sociale della biblioteca di Torre Pellice

Coopculture – Società Cooperativa Culture, una cooperativa nazionale che si occupa della gestione di musei e biblioteca in tutta Italia ha rivinto l’appalto per la gestione della biblioteca Carlo Levi di Torre Pellice. Ad aprile si sono aperte le buste al Comune di Torre Pellice e questa cooperativa che l’ha gestita per sei anni, quindi con due appalti di tre anni, potrà continuare il percorso intrapreso.

Quale percorso?

Quello di trasformare la biblioteca da semplice luogo in cui si prestano libri a qualcos’altro.

«Abbiamo vinto non solo grazie alla nostra offerta economica, ma soprattutto per il progetto che abbiamo presentato – spiega Alessandra Quaglia, direttrice della biblioteca – Il progetto consiste nel dare continuità a tutte le attività messe in piedi in questi anni. Il punto più importante è quello di “fare ponte” con tutte le realtà del territorio e creare anche “ponti” con tra le persone”. La dimensione sociale di qualità è il nostro faro. Certo, noi prestiamo libri, ma non solo. Se non abbiamo un libro lo chiediamo alle altre biblioteche d’Italia e ce lo facciamo mandare, quindi da noi in teoria si può far riferimento a quasi tutto il patrimonio librario nazionale. Prestiamo dvd, cd, i reader con gli ebook, prestiamo la connessione internet con i nostri computer, prestiamo il wifi nel raggio prossimo della biblioteca durante l’orario d’apertura, prestiamo consultazioni a quotidiani e riviste gratuitamente, siamo abbonati a una ventina tra riviste e quotidiane, offriamo uno spazio dove poter stare in compagnia, incontrarsi e conoscere altre persone. Questi sono i servizi di base. Il prestito inter-bibliotecario è una prassi e ci è capitato di far arrivare documenti anche dall’estero».

La biblioteca di Torre Pellice fa parte del sistema bibliotecario pinerolese che è uno dei più antichi – è nato negli anni settanta – e più grandi d’Italia. Negli ultimi cinque anni c’è stato un grande incremento di prestito di libri, di passaggio di persone e di attività. «Ci sono circa duemila passaggi l’anno che prendono libri, oltre a circa 500 persone che vengono a “vivere” la biblioteca. 50-60 passaggi al giorno di media e ogni anno c’è un aumento di numero di prestiti, quasi 1500 prestiti interbibliotecari e circa 14.000 prestiti all’anno. Sei anni fa erano la metà».

Un importantissimo bibliotecario americano, David Lankes, sostiene che la missione dei bibliotecari consiste nel migliorare la società facilitando la creazione di conoscenza nelle comunità di riferimento. «Quello che abbiamo messo in atto a Torre Pellice e si sta diffondendo in Italia è quello di facilitare la creazione di conoscenza. A Torre coordino una decina di persone e insieme a loro andiamo procediamo con quella stella polare e partoriamo sempre nuove idee».

Per esempio, «abbiamo creato Spazio biblio Lab che è un’occasione per formare nuove conoscenze in ambito informatico in modo non troppo tecnico. Un sabato mattina al mese abbiamo organizzato una lezione informale tenuta dagli utenti su come funzionano i mac, i tablet, i pc e altri supporti elettornici. A ottobre partiremo con linux, abbiamo fatto una lezione sugli ebook e una su photoshop, certo a un livello base, però ci è stato chiesto di farne altri più approfonditi. Molte persone si sono conosciute e si sono messe in contatto perchè magari utilizzano gli stessi strumenti. O ancora, l’esperienza delle Librellule e delle letture ad alta voce negli spazi pubblici, per citarne alcuni».

Questo è welfare sociale. Offrire gratuitamente delle risorse e delle conoscenze di base è quello che deve fare la biblioteca moderna, in pieno spirito di servizio pubblico. Tant’è che adesso la Carlo Levi vorrebbe stilare un bilancio sociale e chiedere a qualche tesista di economia se ha voglia di studiare il caso di Torre Pellice e farci una tesi di economia sul bilancio sociale che crea. 

Ascolta l’intervista completa su Radio Beckwith