phpthumb_generated_thumbnailjpg

La Sindrome Di Kessler tra sperimentazione e futurismo

In Campania prende vita un progetto che affonda le radici nel rock ma che si nutre di sperimentazione e progressioni grunge, viaggiando verso un bel futuro metallico ma romantico. Si tratta dei La Sindrome Di Kessler, un gruppo di quattro elementi che da diversi anni lavora insieme, ma che dopo una serie di aggiustamenti ha assunto la forma attuale, coagulando una serie di idee e progetti intorno ad un nucleo originale e pulsante di rock trascinato ed impetuoso, ma che aggiunge le preferenze ed i contributi dei singoli componenti della band.

La sperimentazione non è fine a se stessa per La Sindrome Di Kessler; non è un semplice esercizio di stile od un virtuosismo gratuito per sviare l’attenzione da altre lacune o pochezze. È un’esigenza che diventa componente fondamentale della struttura compositiva, che fa da supporto alla volontà di essere sinceri, genuini, immediati. Rock, ma non necessariamente, perché le soluzioni dipendono strettamente dal singolo brano, che diventa così un mondo a sé stante, un frammento completo ed indipendente, che parte da un inizio ed arriva ad una fine.

L’esordio della band, l’omonimo La Sindrome Di Kessler, unisce una delicata vena poetica ricca di romanticismo a un suono forte e sostenuto, che sa ben supportare l’esigenza comunicativa, ma senza eccedere in sterili eccessi di rabbia che potrebbero rovinare un delicato equilibrio che, in effetti, è giocato su alcuni elementi apparentemente contrapposti. Il leggero intimismo dei testi si lega – non viene messo in secondo piano – dal suono incisivo e tenace.

La Sindrome Di Kessler parla molto di umanità e di uomini, raccontando le sensazioni e le emozioni così come nascono, a livello grezzo, ma proprio per questo delicatissime e fragili; una sfida, in effetti, ma che il gruppo riesce a fronteggiare con determinazione, utilizzando lo strumento della rielaborazione personale dello stile per fare spazio ad ogni componente dei singoli brani, aggiungendo o togliendo senza mai esagerare. Un lavoro ben formato, che può lasciar presagire una interessante continuazione.