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Una capanna longobarda a Massello?

L’associazione Ares-Archeologia, Reenactment e Storia sta sviluppando un progetto per la costruzione di un’area di archeologia sperimentale nel Comune di Massello, nei terreni immediatamente a monte della Foresteria. Il progetto è nato grazie alla collaborazione fra l’amministrazione comunale e il LArS-Laboratorio di Archeologia Sperimentale dell’Università di Siena; inoltre, l’associazione è membra di Exarc, rete internazionale di open-air museum e di progetti di archeologia sperimentale e ricostruttiva.

 Oltre a divenire luogo di ricerca, l’area sperimentale si inserirà nella rete di percorsi turistici del territorio di Massello, e sarà aperta al pubblico in occasione di sperimentazioni, eventi didattici, workshop e visite guidate.

Il progetto prevede la costruzione di una capanna di età longobarda con i metodi dell’archeologia imitativa e dell’archeologia sperimentale. «L’idea che vogliamo sviluppare prevede la costruzione, con metodi imitativi e sperimentali, di una grubenhaus, ovvero una capanna semiscavata di età longobarda (fine VI – VII secolo d.C.). La struttura, quadrangolare (di circa 3 metri di lato) era costituita da una intelaiatura di pali in legno, da pareti in graticcio e intonaco di argilla, e da un tetto in materiale deperibile (probabilmente in segale, o in canne palustri, a seconda del luogo e della disponibilità): la particolarità di questo tipo di capanna consisteva nell’avere il pavimento interno ad una quota più bassa rispetto alla superficie di calpestio esterna» dicono i promotori del progetto. «Attualmente, l’area sperimentale ha visto la realizzazione di una prima struttura aperta (tipo tettoia), di parte della palizzata in graticcio e di un fornetto metallurgico per l’estrazione dell’argento dal piombo argentifero».

Abbiamo anche chiesto a Dario Seglie, presidente del Cesmap, Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica, alcune informazioni sulla presenza longobarda in zona. «È appurato che nelle valli Chisone, Pellice e Germanasca non ci furono insediamenti longobardi. L’archeologia in zona viene ormai praticata da oltre 150 anni e si sono trovati reperti risalenti alla presenza di popolazioni preistoriche ma nulla che dimostri la presenza di genti longobarde. Il progetto, pur nella sua bontà, non ha radici storiche. L’unica presenza longobarda, non accertata archeologicamente, potrebbe essere quella legata alla chiesa di San Maurizio, a Pinerolo».

Ares intanto ha lanciato una raccolta fondi per raccogliere i 4500 euro necessari per portare a termine i lavori.

Ma dal Cesmap arriva un’ulteriore riflessione, parlando di fondi. «Abbiamo a Perrero i resti della chiesa di San Martino, risalente all’anno 1000 e quindi una delle più antiche del territorio. Su uno dei muri è anche presente un affresco del Paradiso di rara bellezza: il rischio è però che di qui a poco tempo il complesso crolli su se stesso e a oggi, nonostante gli sforzi degli anni passati, non siamo ancora riusciti a trovare i fondi necessari per la salvaguardia».

Ben vengano quindi le nuove costruzioni a scopo didattico ma allo stesso modo si dovrebbe riuscire a preservare ciò che ancora permane sul territorio.