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Accadde oggi, 28 aprile

Ormai delle fantomatiche armi segrete tedesche non ci crede più nessuno. Nemmeno lui. Chissà poi se ci ha mai creduto o la sua è stata l’ennesima sceneggiata di una recita ormai stanca, che ha lasciato, a sipario finalmente e tardivamente abbassato, solo macerie e morte. Benito Mussolini, nelle prime ore del mattino del 26 aprile 1945 è un ex dittatore allo sbando, abbandonato dai tedeschi in rotta e in preda a ragionamenti senza più alcun filo logico. l’Italia è in ginocchio, ma fra i suoi confini ospita ancora la causa del suo male, il duce appunto. Che tenta di mimetizzarsi fra le truppe tedesche che marciano verso la Svizzera e poi verso casa, ma viene riconosciuto dai partigiani e subito arrestato e processato a Dongo. Un comunicato del Comitato di Liberazione Nazionale di pochi giorni prima lascia poco spazio a interpretazioni: in caso di cattura di Mussolini questi va giustiziato, condizione unica per la rinascita sociale e politica dell’Italia. I momenti sono come facile immaginare convulsi. La decisione viene presa da chi detiene Mussolini e viene ratificata dai dirigenti del Comitato dell’Alta Italia, Valiani, Longo, Sereni e Pertini. Quindi il 28 aprile 1945 il duce e la sua amante Claretta Petacci vengono fucilati a Giulino di Mezzegra dal partigiano Walter Audisio, il “colonnello Valerio”, che poi li carica su un carro. Ultima destinazione, piazzale Loreto, dove il 10 agosto dell’anno prima 15 partigiani erano stati trucidati dai nazisti  e poi appesi a pubblico dileggio, sotto il sole, senza che i parenti ne potessero raccogliere i resti. Ricordiamolo sempre quando ci raccontano giustamente dell’orrore dello scempio del corpo del dittatore, e della pagina buia che questo atto  rappresenta. L’odio aveva radici profonde. Lunghe oltre venti anni. 

Foto: “Mussolini DOW 10 June 1940” di Fotografo sconosciuto – http://www.italiancanadianww2.ca/collection/details/ldicea2011_0007_0001. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.