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Mantenere le promesse di ricostruzione a Gaza

La comunità internazionale deve urgentemente cambiare il suo approccio verso Gaza e mantenere le promesse di ricostruzione: è quanto afferma la Federazione luterana mondiale (Flm) insieme ad altre 45 agenzie in un nuovo rapporto pubblicato oggi dal titolo «Tracciare una nuova rotta: superare la situazione di stallo a Gaza».

«Sono passati sei mesi da quando i donatori hanno promesso 3,5 miliardi dollari per la ripresa di Gaza. A tutt’oggi molte persone vivono in condizioni peggiori e non una sola delle 19.000 case distrutte è stata ricostruita. 100.000 persone sono ancora senza casa e molti vivono in campi di fortuna o nelle scuole».

Solo il 26,8 per cento dei soldi promessi dai donatori sei mesi fa è stato erogato finora. Anche quando sono stati finanziati, molti progetti di ricostruzione non sono ancora iniziati a causa delle restrizioni sui materiali imposte dall’embargo su Gaza. La maggior parte delle 81 cliniche e ospedali che sono stati danneggiati non hanno ancora i fondi per la ricostruzione, ma i pochi che li hanno ricevuti non hanno il materiale necessario per procedere con i lavori.

Tony Laurance, di MAP UK, ha detto: «Il mondo sta chiudendo gli occhi e le orecchie al popolo di Gaza, quando ne ha più bisogno. La ricostruzione non può avvenire senza fondi, ma il denaro da solo non sarà sufficiente. A causa del blocco stiamo ricostruendo solo una vita di miseria, povertà e disperazione».

Il rapporto invita tutte le parti coinvolte a riprendere immediatamente i negoziati per il cessate il fuoco a lungo termine. Si chiede a Israele di porre fine all’embargo e alla politica di separazione di Gaza dalla Cisgiordania, e agli attori politici palestinesi di dare priorità alla ricostruzione. Si invita inoltre l’Egitto ad aprire i suoi confini per consentire il transito degli aiuti umanitari.

Tra le altre raccomandazioni avanzate nel rapporto: accelerare la ricostruzione, insistendo sull’entrata di materiali in linea con il diritto internazionale; assicurarsi che tutte le parti siano ritenute responsabili per le violazioni del diritto internazionale e per il risarcimento dei progetti di aiuto distrutti; mettere fine all’embargo e riabilitare l’economia di Gaza. Il blocco ha ridotto Gaza alla dipendenza di aiuti, con l’80% della popolazione che riceve aiuti internazionali e il 63% di giovani disoccupati. Le esportazioni da Gaza sono a meno del 2%, con il movimento delle persone e delle merci tra Gaza e la Cisgiordania praticamente inesistente.

Fonte: Flm

Foto “Destroyed ambulance in the CIty of Shijaiyah in the Gaza Strip” by Boris Niehaus (www.1just.de)Own work. Licensed under CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons.