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Attivo il sito della chiesa battista di Chiavari

Da alcuni giorni è attivo il sito della chiesa battista di Chiavari (Ge), presente nel Tigullio dall’800 grazie all’opera della famiglia dei cantastorie Cereghino che, finita in val Pellice, venne a contatto con le comunità valdesi e si convertì al messaggio evangelico. Da allora la testimonianza evangelica continua e si avvale oggi dei moderni strumenti di comunicazione, come appunto la realizzazione di un sito internet che, oltre ad ospitare delle sezioni dove è possibile leggere sermoni, studi biblici, testi liturgici, ne avrà una dedicata a notizie con rimandi alla realtà locale e nazionale. A Martin Ibarra, pastore della locale chiesa battista, abbiamo chiesto il senso di questa operazione.

«Innanzitutto attraverso il sito vogliamo offrire alle persone della zona la conoscenza della chiesa e delle sue attività. In primo luogo ci ha mosso il desiderio di farci conoscere, di entrare in contatto con nuove persone; in secondo luogo vorremmo, attraverso questo strumento, cercare di interagire anche con la realtà nella quale siamo inseriti. Non vogliamo solo dire chi siamo, ma facilitare la circolazione e l’accesso a notizie che possono essere importanti per la nostra comunità e per la città tutta». Il progetto sarà portato avanti da un gruppo di giovani che elaboreranno le notizie e che lavoreranno all’aggiornamento del sito. «Ai giovani spetterà il compito di monitorare cosa succede in città e nel mondo e di vedere in che modo possiamo interagire con quanto accade fuori dalle quattro mura della nostra chiesa. Speriamo che il coinvolgimento dei giovani possa dare nuova energia alla comunità tutta».

La chiesa battista di Chiavari è una chiesa multiculturale, la metà dei suoi membri, infatti, sono latinoamericani, con i quali da anni si sperimenta una buona integrazione. «Il culto – dice Ibarra – viene celebrato in italiano e spagnolo; nella liturgia molto spazio è dato alla musica con l’esecuzione di inni molto ritmati, gioiosi che creano un’atmosfera molto partecipata. La nostra è una comunità multiculturale che si propone come luogo di integrazione. Alla cittadinanza vogliamo lanciare il messaggio che l’integrazione non solo è possibile, ma è imprescindibile per la vita della città tutta. La presenza degli stranieri trasforma le nostre città e le nostre chiese, non possiamo chiuderci, ma dobbiamo aprirci alla ricchezza e alla novità che l’incontro con l’altro ci riserva».