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Accadde oggi, 14 gennaio

All’esattezza e all’onestà intellettuale per lo storico Giorgio Spini (scomparso il 14 gennaio 2006 a 90 anni), si dovrebbe aggiungere la leggibilità. Ben praticata in ambito anglosassone, la chiarezza di scrittura dei suoi libri si deve con tutta probabilità alla sua «fiorentinità». Uno scrivere cristallino, non compiaciuto, intelligibile ma strutturato con rigore (un lusso, oggi): oltre che segno di rispetto per il lettore, la trasposizione su carta delle sue idee. Appunto, ben chiare.

Come storico Giorgio Spini, era ben conosciuto in ambito evangelico per la sua opera più importante, Risorgimento e protestanti (1956 e successive) che, al di là dell’appartenenza di fede, tratteggiava un pezzo importante di storia patria – seguiranno, per citare solo alcuni titoli, Autobiografia della giovane America: la storiografia americana dai padri pellegrini all’indipendenza (Einaudi, 1968), L’Evangelo e il berretto frigio. Storia della Chiesa Cristiana Libera in Italia (Claudiana, 1971). Ma per anni Spini fu noto per il suo manuale fu considerato fra i migliori testi per i licei; e la sua Storia dell’età moderna (Einaudi, 1960) ha avuto una serie di riedizioni.

Il suo Le origini del socialismo (Einaudi 1992) era poi coerente con gli studi precedenti, sostenuto dalla militanza azionista degli anni di regime e di guerra. A tale momento è dedicata l’appassionata rievocazione della formazione familiare, dell’intreccio tra fede e coscienza civile e poi militanza politica e Resistenza (La strada della Liberazione, Claudiana, 2002). Gli ultimi lavori, Italia liberale e protestanti e Italia di Mussolini e protestanti (Claudiana 2002 e 2007) hanno dei titoli significativi: non «il protestantesimo», ma i protestanti, i credenti e le credenti sono al centro dall’indagine di uno storico che fu militante evangelico, amministratore della Chiesa (membro metodista nella Tavola valdese che firmò l’Intesa nel 1984) e predicatore locale.

Foto: valdospini.it