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Pinerolo capofila per l’infanzia

Gli asili nido sono sempre più a rischio. Minacciati di chiusura perché iniziano a essere una spesa troppo ingente per le disastrate casse dei comuni italiani. C’è chi propone di farli uscire dal Patto di Stabilità, chi addirittura di chiuderli e «dare i soldi alle madri per tenere i figli a casa perché costa meno».

Su quello che dovrebbe essere uno dei pilastri della scuola italiana, la parte più evoluta di uno Stato che abbia cura in primo luogo di se stesso e del suo futuro, l’Italia, per ora, barcolla.

Sono stati per anni un esempio educativo per il mondo, soprattutto in alcune regioni italiane, Emilia Romagna e Toscana in testa, venivano a studiarli dall’estero, dal Canada fino al Giappone: la rete degli asili nido, istituiti con la legge 1044 del 1971, a prevalente gestione comunale, oggi è invece assai difforme sul territorio nazionale. Nei primi anni del 2000, assicurava una copertura media del servizio pari al 9,6%, con regioni però, proprio come Emilia Romagna e Toscana, che superavano il 25% e altre soprattutto al sud che oscillano intorno al 3%.

Intanto il nido intercomunale di Luserna San Giovanni e Torre Pellice è a rischio chiusura, proprio a causa della sua insostenibilità economica da parte dei comuni. Sarebbe un fatto gravissimo per l’unico nido comunale di una comunità valligiana di circa ventimila abitanti. A Torino negli ultimi anni sono stati esternalizzati, cioè affidati a cooperative sostenute anche da fondazioni private, 15 Asili su 50 gestiti dal comune.

Il problema è urgente e in modo urgente deve essere affrontato da una legge nazionale, non può più essere lasciato alla decisione dei singoli comuni che possono permettersi di accollarsi i costi: l’educazione, anche quella che va dagli 0 ai 3 anni, è un fattore primario per la Costituzione italiana. La legge 1260 intende proprio innovare il settore dei servizi per l’infanzia, istituendo il sistema integrato dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia e assicurando la continuità educativa; collocare il nido d’infanzia nel Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e stabilire che i nidi per l’infanzia non siano più servizi a domanda individuale e siano esenti dal patto di stabilità, cioè senza vincoli di assunzione di personale e di spesa. Vanno previsti livelli essenziali per i nidi e per le scuole dell’infanzia, offerti servizi da 0 a 3 anni su tutto il territorio nazionale pari al 33% (ogni 100 bimbi nati 33 posti negli asili nidi pubblici) e definiti gli standard di qualità per tutti i servizi del sistema integrato, adeguato con il finanziamento della legge dall’anno 2014 al 2020 a carico dello Stato.

Questo, se il provvedimento fosse approvato in tempi brevi e soprattutto attuato tempestivamente, andrebbe nella direzione di costituire solide basi civiche e culturali per l’Italia di domani.

Sabato 29 novembre è stata la giornata nazionale dedicata ai servizi per l’infanzia. Pinerolo vi ha aderito in forma ufficiale e attiva ma purtroppo è stato l’unico comune della zona. Ha proposto due iniziative su invito del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia: la raccolta di firme per la proposta di legge 1260 di fronte alla Libreria Volare e al Teatro Sociale, e il pomeriggio in piazza Facta; e la sera di martedì 2 dicembre con “Legge da prendere al volo” alle 16,30, di fronte al Comune di Pinerolo per il lancio di palloncini e delle firme raccolte.

«L’amministrazione comunale di Pinerolo ha aderito all’iniziativa promossa dal Gruppo Nazionale Nidi d’Infanzia – ci ha spiega il vicesindaco e assessore all’Istruzione e Sport, Gian Piero Clement – per sostenere la proposta di legge 1260, ora in discussione al Parlamento. La legge è molto importante anche per la nostra città, non solo per i temi educativi e pedagogici. Se i comuni, infatti, vengono lasciati soli nella gestione dei nidi, il rischio è che il servizio per i più piccoli e per le loro famiglie venga ridimensionato. È un problema nazionale, non solamente locale. Per ogni bambino la spesa annuale presso un nido corrisponde mediamente a 10.000 euro l’anno. Le famiglie contribuiscono con circa 3.000 euro all’anno, mentre l’amministrazione comunale versa i restanti 7.000. Una cifra che sempre più rischia di mettere in crisi il servizio, specie in un momento così difficile per i bilanci comunali. Ci auguriamo che l’iniziativa abbia un buon riscontro e che la proposta di legge 1260 venga approvata presto». «Non dimentichiamo – ha aggiunto il sindaco Eugenio Buttiero – che i nostri doveri verso i più piccoli sono importantissimi, a loro vanno garantiti servizi di qualità e un’attenzione quotidiana per una crescita che sia il più possibile serena, offrendo un supporto reale e concreto alle famiglie. Abbiamo dunque voluto far arrivare anche il nostro messaggio e il nostro sostegno alla Giornata Nazionale dedicata ai Servizi per l’Infanzia attraverso due iniziative che ci auguriamo possano coinvolgere direttamente la popolazione. La proposta di legge 1260 ha bisogno di questa approvazione, in modo tale da garantire più sicurezza per l’amministrazione e maggiori servizi per la famiglia».

Agli altri comuni del pinerolese gli asili nido non interessano? Non interessa sostenere le famiglie e costruire il loro futuro? Dov’erano il 29 novembre e perché non hanno organizzato anche loro iniziative di sostegno alla 1260?

Foto: “Pinerolo 001” by Francofranco56Own work. Licensed under Public domain via Wikimedia Commons.