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Quale futuro per le chiese protestanti dei Paesi latini d’Europa?

Si terrà a Malaga fra il 2 e il 5 ottobre, l’Assemblea generale della Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa (Cepple). Essa sarà preceduta da un colloquio che ha come tema: Quale futuro per le chiese protestanti dei paesi latini d’Europa? È noto a tutti che il protestantesimo latino europeo è una piccola minoranza, disseminata tra il Portogallo, la Spagna, la Francia, il Belgio, la Svizzera francese e l’Italia. Ed è anche noto che ovunque, pur con le dovute differenze, le chiese protestanti attraversano un momento difficile, sia da un punto di vista economico, sia da un punto di vista di aggregazione dei propri membri. Quale futuro dunque per queste minoranze religiose che si confrontano con un crescente pluralismo religioso, con la secolarizzazione e con le inevitabili difficoltà di comunicazione e di mezzi?

Il colloquio che precede l’Assemblea generale intende interrogarsi sui nodi problematici di questa disseminazione di chiese per guardare al futuro e tracciare le linee di lavoro dei prossimi anni. Per introdurre il tema ci si avvarrà delle competenze sociologiche del professor Jean-Pierre Bastian, docente all’università di Strasburgo, mentre Elisabeth Parmentier, che insegna la teologia pratica alla facoltà di teologia protestante della stessa università, proporrà una prospettiva teologica ed ecumenica.

L’Assemblea generale è chiamata a prendere in esame il rapporto di attività degli ultimi quattro anni (2010-2014), eleggere un nuovo presidente (chi scrive ha terminato il suo mandato), mentre il Comitato di continuazione dovrà nominare un/a nuovo segretario generale (la pastora Anne-Laure Danet ha terminato anch’ella il suo mandato) e un rappresentante per ogni paese nel Comitato di continuazione. Fra le altre cose, l’Assemblea generale è chiamata a ratificare (o respingere) una convenzione di partnership tra la Cepple e la Ccpe (Comunione di Chiese Protestanti in Europa), convenzione che è stata sottoscritta nel settembre 2013 a Firenze durante l’assemblea della Ccpe. Con questo accordo si intende avviare un percorso di collaborazione fraterna fra questi due organismi ecclesiastici, rispettando le diversità, tenendo conto che la Cepple è nata subito dopo la costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), nel 1950, quale segno di solidarietà alle chiese sorelle di Spagna e Portogallo che vivevano sotto regimi dittatoriali, mentre la Ccpe si è costituita più tardi, frutto della Concordia di Leuenberg (1973), segno di comunione tra luterani e riformati.

Pur nella sua piccolezza e nella modestia dei servizi che offre (volontariato), la Cepple ha, fra le chiese membro o che partecipano agli incontri, anche diverse chiese battiste (Italia e Francia in particolare) e la chiesa lusitana portoghese (anglicana). Nella piena disponibilità alla collaborazione con la Ccpe, la Cepple non intende venir meno a questi rapporti di fraternità ecumenica più larghi, né rinunciare al proprio modo di riflettere teologicamente, ma lo potrà fare, questo è l’auspicio, con uno sguardo più ampio, facendo sentire la sua voce sui temi che caratterizzano il contesto particolare di cui è espressione. 
Vi sarà certamente anche uno spazio adeguato per prospettare alcune possibili iniziative concernenti il 500º anniversario della riforma protestante e, cosa non marginale, fare conoscenza diretta con il protestantesimo spagnolo, in particolare nella serata che si svolgerà presso il Centro ecumenico di Los Rubios e nel culto conclusivo dell’Assemblea, insieme alla chiesa di Malaga.