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Muro del Pianto, Israele non apre alle donne

Dal 1988 si riuniscono, ogni primo giorno del mese, e tentano di pregare al Kotel, la piazza innanzi al Muro del Pianto di Gerusalemme. Perché tentano? Perché sono donne, e a loro, secondo i precetti ultra-ortodossi varati dallo stato di Israele a partire dalla sua costituzione nel 1948 e fino alla fine degli anni’60, è vietato pregare di fronte al luogo più sacro dell’ebraismo. A loro è riservato uno spazio laterale alla piazza, in cui possono riunirsi in meditazione. Rigorosamente in silenzio però. La lettura della Torah è prerogativa maschile.

E che stiano attente anche ai vestiti utilizzati, perché i paramenti sacri (kippah, tallith, etc) sono anch’essi riservati agli uomini, mentre per queste “Women of the wall” diventano paradossale simbolo di uguaglianza. Hanno iniziato a riunirsi oramai più di 25 anni fa per denunciare le discriminazioni che erano costrette a subire dall’egemonia patriarcale anche in uno dei momenti più intimi, la preghiera. 

Sfidano le urla di scherno, i fischi e a volte anche il lancio di oggetti cui vengono sottoposte dalla componente ultra-ortodossa, anche femminile, che rappresenta circa il 10% della popolazione israeliana. Non una minoranza particolarmente significativa quindi, ma assai potente, detentrice di molti privilegi (gli Haredim , gli ultra-ortodossi, non lavorano perché studiano la Torah, non pagano le tasse, sono esentati dalla leva obbligatoria e ricevono un sostegno da parte del governo).

Per anni il muro è stato teatro di scontri a volte violenti tra loro, le  “Donne del Muro” che chiede la possibilità di pregare al muro – compresa la lettura della Torah e lo svolgimento di funzioni – e chi tenta di bloccare le loro proteste.

Ora i due maggiori movimenti religiosi ebraici negli Stati Uniti, conservatore e riformista, hanno espresso indignazione per la notizia che il primo ministro israeliano sta rinnegando un accordo per creare uno spazio di preghiera di genere misto presso il Muro Occidentale.

In un’intervista con The Jerusalem Post la scorsa settimana, il primo ministro israeliano, Naftali Bennett, ha affermato che il suo governo non sarebbe in grado di attuare il piano firmato dal suo predecessore, Benjamin Netanyahu che dopo anni di infinite polemiche aveva parzialmente aperto ad un uso congiunto di uomini e donne al Muro del Pianto. Attualmente esiste un angusto spazio creato proprio per consentire alle correnti meno reazionarie di pregare insieme senza distinzione di sesso.

Bennett ha affermato che i membri del suo partito di destra Yamina si sono opposti al piano. Il rabbinato ortodosso in Israele controlla attualmente l’accesso al sito, diviso in spazi di preghiera separati per uomini e donne. Le donne, tuttavia, non possono leggervi un rotolo della Torah, in linea con la pratica ortodossa tradizionale.

I movimenti ebraici statunitensi, che da decenni garantiscono alle donne uguali diritti, cercano da tempo di essere riconosciuti in Israele insieme all’establishment ortodosso.

In un’intervista con Religion News Service, il rabbino Jacob Blumenthal, CEO dell’assemblea rabbinica e del braccio congregazionale del movimento, ha aggiunto che il movimento conservatore è stato «profondamente deluso» dalla decisione di Bennett.

«Il governo si è piegato agli estremisti religiosi e alle minacce di violenza invece di assumere una posizione di leadership a nome dell’intero popolo ebraico nel mondo», ha affermato ancora.

Il rabbino Rick Jacobs, presidente della Union for Reform Judaism, la più grande organizzazione ebraica negli Stati Uniti, è stato altrettanto schietto.

«C’è stata un’aggressiva campagna pubblica da parte degli ultra-ortodossi per demonizzare gli ebrei riformati e conservatori e travisare l’accordo di Kotel», ha scritto. «Cedere a questa pressione esacerba le divisioni in Israele, rischia di intensificare l’alienazione degli ebrei della diaspora non ortodossi e non farà che incoraggiare e rafforzare quelle forze di uguaglianza antidemocratiche e antireligiose, sia nel loro vetriolo antagonistico che nelle azioni contro i non ortodossi Ebrei e nel loro uso di tali tattiche di pressione per perseguire altre alterazioni nelle decisioni della coalizione».

I due movimenti considerano lo spazio egualitario attuale – una piattaforma rialzata che non consente ai visitatori di avvicinarsi al muro – scadente. L’accordo prevedeva uno spazio misto più ampio: il cosiddetto “accordo Kotel” è stato approvato dal precedente governo israeliano sei anni fa. Ma poco dopo l’allora Primo Ministro Netanyahu ha fatto fallire il tutto sotto la pressione dei membri del Partito Ortodosso, parte della sua coalizione. Quei partiti ortodossi non sono membri dell’odierna coalizione di governo, ma anche diversi membri di partiti di destra si sono rifiutati di ratificare l’accordo.

Il Muro Occidentale è l’ultimo muro di cinta intatto che circondava il secondo Tempio di Gerusalemme,  distrutto nell’anno 70 d.C. dall’impero romano.

 

Foto: “Women of the Wall Standing at Prayer” by Michal Patelle – Women of the Wall. Licensed under CC BY-SA 3.0via Wikimedia Commons