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COP21. 154 leader religiosi di tutto il mondo lanciano un appello per la giustizia climatica

«La COP21 offre un’occasione unica per contribuire al bene comune dell’umanità»: 154 leader religiosi di diverse fedi e di una cinquantina di paesi, in occasione dell’ultima riunione preparatoria dei delegati Onu a Bonn (Germania) in vista della Conferenza delle parti sul clima (COP21) in agenda a Parigi ai primi di dicembre, hanno lanciato un appello ai decisori politici per ricordare le loro responsabilità. L’appello – che raccoglie firme che vanno dall’Olanda all’Argentina, dal Canada alle Isole Figi, passando per il continente africano – è stato consegnato lo scorso 20 ottobre nelle mani di Christiana Figueres, responsabile per il clima dell’Onu.

Siamo ancora in tempo! Questo lo spirito che anima la dichiarazione congiunta e che propone misure concrete per evitare un pericoloso non-ritorno degli equilibri climatici del pianeta. «Girare le spalle a un’economia incentrata sul carbone, al consumo non sostenibile e ad una crescita economica infinita» sono tra le misure da attuare subito, mentre per i leader religiosi, entro la metà del secolo, vanno completamente eliminati i carburanti fossili. L’appello non è rivolto ai soli governanti, ma anche ai rispettivi fedeli, e in generale a ogni singolo cittadino di questo mondo. E viene sottolineata la responsabilità che hanno le stesse comunità di fede nel diffondere la necessità di cambiare i propri stili di vita. Per i leader religiosi gli sforzi per la lotta al cambiamento climatico sono da portare avanti a tutti i livelli. Nell’appello, inoltre, si impegnano a partecipare ai pellegrinaggi per la giustizia climatica, così come ai digiuni per il clima che si tengono da diverso tempo ormai ogni primo del mese.

La dichiarazione congiunta per il clima è stata promossa da ACTAlliance, dal Cisde, dalla Federazione luterana mondiale (Flm), da Religions for Peace e dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). Tra i firmatari figurano Olav Fykse Tveit, segretario generale del Cec; Thabo Makgoba, arcivescovo della chiesa anglicana del Sudafrica; l’arcivescovo Pedro Berreto Jimeno, portavoce delle rete ecclesiale pan-amazzonica; l’imam Ibrahim Saidy; Sulak Sivaraksa, rete internazionale di buddisti impegnati. Dall’Italia ha firmato l’appello il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini.

Cliccando qui potete leggere il testo integrale della dichiarazione

Foto via Pixabay