cropped-logo-2

Chiese evangeliche argentine preoccupate dallo sciopero della polizia

Prosegue da dieci lo sciopero della Polizia in Argentina. «Un’agitazione che mette in difficoltà il Governo perché rischia di lasciare sguarnite zone considerate calde e questo nel pieno della crisi economica causata dalla pandemia» racconta il sito di Rsi, la radio televisione svizzera italiana. L’Esecutivo non è disposto a cedere alle pressioni, ma la situazione, soprattutto nella periferia di Buenos Aires, si fa sempre più complicata.

Gli agenti chiedono un aumento del 50% dello stipendio e il riconoscimento del lavoro straordinario fatto durante la pandemia, con le ronde, i posti di blocco e i controlli 24 ore su 24 per far rispettare le misure di quarantena. Rivendicazioni che arrivano in un momento delicato, con un terzo delle attività commerciali e delle fabbriche che rischiano di non riaprire, altissimi numeri di disoccupazione e povertà. Una crisi – sostengono gli agenti – che colpisce tutti, polizia compresa.

La polizia ha anche circondato il palazzo del presidente della Repubblica Alberto Fernandez: immagini che in Sud America richiamano purtroppo troppi golpe visti in vari Paesi.

La Federazione argentina delle chiese evangeliche (Faie), che comprende anche la Chiesa evangelica valdese del Rio de la Plata, il ramo sudamericano della Chiesa valdese, ha inviato mercoledì 9 settembre una dichiarazione in cui si è pronunciata «per la validità della Legge e dell’ordine democratico». La dichiarazione porta la firma del suo presidente, il pastore Néstor Míguez ed è dettagliata di seguito: «Quando la rivolta della polizia ha avuto luogo nella provincia di Córdoba nel 2013, dalla Federazione argentina delle chiese evangeliche ci siamo espressi come segue: 

“Cosa succede quando coloro a cui è affidato il compito di garantire la convivenza sociale evitano il loro compito, abbandonano coloro che dovrebbero proteggere e infrangono le stesse leggi che sono incaricati di far rispettare?

[…] Al di là delle comprensibili richieste di un salario dignitoso, i modi e gli atteggiamenti assunti sono in contrasto con il loro ruolo.

Di fronte a questa situazione, la Federazione argentina delle Chiese evangeliche si esprime nel pieno sostegno dell’ordinamento giuridico, a sostegno dell’autorità democratica, qualunque sia il suo segno politico. Affermiamo la necessità che non cedano all’estorsione, né sostengano in alcun modo l’impunità di coloro che in tal modo minacciano l’integrità e la vita dei loro concittadini. Avanziamo nella convivenza democratica che ci è costata tanto recuperare e di cui celebriamo la perdurante validità in questi ultimi trent’anni. Solo la giustizia e la pace costruiscono la buona vita di un popolo”.

Sette anni dopo continuiamo ad affermare e difendere gli stessi valori e principi democratici e la pacifica convivenza. Chiediamo alla polizia armata che ha circondato la Casa del Governo della Provincia di Buenos Aires e il Palazzo Presidenziale di incanalare le loro richieste attraverso i canali corrispondenti, senza atteggiamenti intimidatori».