img_0057_1

Chiesa protestante unita di Francia, sinodo della ripartenza

«Finalmente ci siamo! E mi sento un po’ come Lazzaro che esce dal sepolcro, felice di tornare alla vita, alla luce, alla gioia del lavoro e degli incontri “faccia a faccia”. Con Lazzaro e le sue sorelle, vi suggerisco di prendervi un po’ di tempo per rileggere questa  vicenda, alla luce dei fatti dei nostri giorni, anche se vogliamo voltare pagina il più velocemente possibile, e chiediamoci cosa possiamo tenere di questa stagione e qual è la missione della Chiesa oggi nel disegnare il futuro».  Con queste parole la pastora Emmanuelle Seyboldt ha aperto i lavori a fine ottobre del sinodo nazionale della Epudf, la Chiesa protestante unita di Francia, nata dalla fusione nel 2013 della Chiesa riformata e di quella luterana.

Pandemia dunque, la morte nelle nostre case, il confinamento, hanno riecheggiato nell’avvio dei lavori sinodali che si sono svolti a Sète nel sud della Francia: «Non usciamo indenni da questo calvario – ha proseguito Seyboldt -. Alcuni vorrebbero raccontarlo oggi come se la pandemia fosse solo una parentesi da chiudere al più presto per tornare a vivere. Eppure non possiamo fingere che tutto questo sia solo una parentesi da dimenticare in fretta. Le prove lasciano tracce che non sbiadiscono mai. Anche se è guarita, la cicatrice rimane… Le famiglie si dividono intorno alla questione del vaccino e/o del pass sanitario. Sono sorti conflitti sul posto di lavoro. Nelle Chiese locali le discussioni sono state talvolta dolorose anche su questo tema, o sulla condivisione dell’Ultima Cena, dei pasti parrocchiali…. La Chiesa non è fuori dalla società. Ciascuno di noi ha vissuto il calvario personale, familiare, sociale ed ecclesiale. Alcuni luoghi sono stati incredibilmente fantasiosi, mentre altri si sono addormentati per lasciar passare la tempesta. La prova fa emergere ciò che di solito è nascosto. Costruire comunità attorno allo stesso tavolo, sia fisico che virtuale, è oggi una sfida. L’accesso al mondo sul web sottopone le persone a una marea di contenuti che possono travolgerle…

Nell’attraversamento della morte, Lazzaro, Marta e Maria hanno sperimentato il dono della vita, più forte della morte. Questo evento irradia tutto la loro vita, proprio come l’odore del profumo. L’intera casa è piena di questa cosa perfettamente invisibile, questo odore che viene a scacciare l’odore della morte, in ogni angolo… Che sia fisica o virtuale, la mensa di Cristo riunisce uomini e donne di tutte le età, di tutte le condizioni sociali, di tutte le convinzioni politiche, di tutte le origini, tutti figli dello stesso Padre, abitati da una gioia che nulla può rinchiudere. Il suo profumo ci accompagni».

Il dibattito dei delegati provenienti da tutta la Francia si è concentrato su alcuni macro-temi: innanzitutto il clima. La Epduf ha votato un testo che «Ricorda che l’attività umana è responsabile del cambiamento climatico e del crollo della biodiversità. È nostra responsabilità comune garantire che il pianeta rimanga vivibile e accogliente per le generazioni future e per tutti gli esseri viventi».

A tal si richiamano «i leader politici sugli abusi rappresentati dalla finanziarizzazione della vita, dal consumo eccessivo, dalla corsa tecnica senza controllo, e si chiede un cambiamento del modello economico verso una vita sobria e meno predatoria dell’ambiente». Al contempo è necessario battersi per più giustizia sociale e climatica, più solidarietà e accoglienza verso le prime vittime della distruzione dell’ambiente: migranti, popolazioni precarie e svantaggiate, persone in riorientamento economico forzato».

Il Sinodo nazionale ha poi ricordato come «A Calais e altrove, la situazione degli esiliati è catastrofica; sono trattati in modo disumano. Lo Stato francese impedisce alle associazioni di portare cibo, bevande e biancheria alle persone in difficoltà, chiedendo ogni giorno alla polizia di sloggiare le persone, di confiscare quel poco che hanno.

Tali azioni sono contrarie alla decisione del 6 luglio 2018 del Consiglio costituzionale che riconosce un valore costituzionale al “principio di fraternità”. Da questo principio discende la libertà di aiutare gli altri per scopi umanitari, indipendentemente dalla liceità della loro permanenza sul territorio nazionale».