Attentato a Mosca. Resistere alla vendetta

Mentre Mosca e Kiev si scambiano accuse sull’attentato alla sala concerti, i leader evangelici fanno appello alla compassione e al perdono invece che alla colpa

 

Durante i culti domenicali, gli evangelici russi hanno condannato l’attacco terroristico avvenuto il 22 marzo scorso nella sala concerti Crocus di Mosca dove, secondo dati ufficiali, hanno perso la vita più di 130 persone e oltre 180 sono rimaste ferite.

L’Unione battista russa ha pregato per “la misericordia e la protezione di Dio”, l’Unione pentecostale ha espresso “amarezza e dolore”, e Vitaly Vlasenko, segretario generale dell’Alleanza evangelica russa, ha definito l’attacco uno “shock doloroso” che potrebbe scatenare una “vendetta sfrenata” contro il terrorismo.

 

Fonti evangeliche russe non hanno commentato le reciproche accuse che si sono scambiati Russia ed Ucraina, ma hanno piuttosto sottolineato l’importanza della preghiera, la vicinanza alle vittime e la necessità di confidare in Dio e di resistere a qualsiasi impulso di vendetta.

«Il male si sta diffondendo sulla terra», ha detto Alexey Markevich, vicerettore per gli affari accademici del Seminario teologico di Mosca, che ha criticato la guerra in Ucraina. «Signore, donaci la pace e impedisci che qualcuno di noi venga consumato dal male».

 

Anche Christians4Peace, gruppo anonimo russo contro la guerra, ha condannato l’atrocità terroristica e l’attacco alle infrastrutture civili ucraine. «Insegnaci ad amare i nostri nemici», ha pubblicato il gruppo sul suo account Telegram. «Mostraci cosa possiamo ancora fare, perché a volte abbiamo la sensazione che non si possa fare nulla».

 

Pavel Kolesnikov, segretario generale della Comunità dei cristiani evangelici e direttore regionale per l’Eurasia del Movimento di Losanna, ha affermato che l’attacco è un’ulteriore prova di un mondo distrutto, e ha scoraggiato le speculazioni sui colpevoli. «Non è nostra responsabilità valutare la colpa», ha detto, citando Proverbi 25, 2. «Il male può venire da qualsiasi luogo e da chiunque, e chi vuole interpretare tutto, non fa altro che alimentare il proprio orgoglio».

 

Pastore della Chiesa battista Zelenograd di Mosca, Kolesnikov ha affrontato il tema del terrorismo nel suo sermone domenicale. Il peccato ha regnato fin dai tempi di Adamo, ha detto. Troppe persone idealizzano il futuro del mondo, pensando di poterlo cambiare. Ma sebbene Dio sia sul trono, Gesù comandò a Pietro di riporre la sua spada. Il Sermone della Montagna, ha aggiunto, pone l’attenzione del cristiano su una misericordia che si traduce in compassione attiva e perdono. «Se hai paura, se chiedi giustizia o se non puoi perdonare, rivolgiti a Gesù», ha predicato Kolesnikov. «Egli ti darà tutto ciò di cui hai bisogno».

 

William Yoder, giornalista ecclesiastico in pensione e cittadino americano-russo che ha coperto la regione dal 1978, ha affermato che gli evangelici russi tendono ad assumere una posizione più distaccata sulle questioni politiche, rispetto a quanto accade in America. Vivendo in Russia e Bielorussia dal 2001, ha affermato che spesso il terrorismo è visto nella categoria dei disastri naturali. «Ciò che è accaduto è degno di condanna» ha detto Yoder, «ma l’atteggiamento locale è che Dio deve proteggerci». Infine, Yoder teme che l’attentato possa infiammare ulteriormente l’inimicizia con gli ucraini.

 

Oltre ai cristiani, anche le organizzazioni musulmane, ebraiche e buddiste russe hanno espresso le loro condoglianze alle famiglie delle vittime. E mentre la Pasqua si avvicina in Occidente (gli ortodossi russi festeggiano il 5 maggio), il pastore battista Kolesnikov ha ricordato ai credenti che il sangue di Gesù è la nostra ultima speranza. «Il nostro compito è essere nella comunità, insegnando la bontà. Cristo ha sconfitto il male, e sebbene esso continui a manifestarsi in modi inaspettati attraverso gli individui, non lo attribuiremo ad alcuna nazionalità».