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Essere in Cristo

Direte così, ognuno al suo vicino, ognuno al suo fratello: «Che ha risposto il Signore? Che ha detto il Signore?»
Geremia 23, 35

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio
Colossesi 3, 1

 

L’apostolo non mette in dubbio che i suoi lettori siano da comprendere come resuscitati con Cristo, non già in un evento dopo la morte, ma sin da ora come per una caparra del compimento che si realizzerà pienamente in futuro. A partire dalla premessa, che ha come base solida la resurrezione di Cristo e l’opera salvifica che da quella resurrezione si spande sulle persone credenti, è possibile fare un discorso tra cristiani. La frase diventa più chiara se la leggiamo: Poiché siete stati resuscitati con Cristo, cercate… Un tale invito sarebbe fuori luogo e del tutto incomprensibile per chi non è credente in Cristo, mentre è del tutto in linea con la fede di chi sa di essere in Cristo.

Sin dall’inizio della predicazione apostolica l’essere in Cristo è stato contrassegnato dal ravvedimento, dalla confessione di Gesù come Signore e salvatore e dal battesimo (Atti 2, 37s), nonché dall’osservanza della parola del Maestro (Matteo 28, 19s) e nel vivere la comunione fraterna e sorerna (Atti 2, 42ss). Ora l’apostolo invita chi è già in Cristo a guardare oltre, in alto. A noi e a quanti si confessano uniti a Cristo è richiesto di cercare «le cose di sopra», quelle che si illuminano della luce del Cristo glorificato. Senza dimenticare l’orrore della croce, eppure luogo della nostra salvezza, c’è spazio per uno sguardo e una ricerca che si lascia nutrire di realtà nuove, che non fanno parte di questo mondo, ma appartengono al mondo che la resurrezione di Cristo ha aperto. Sarà la contemplazione e la ricerca di quella realtà nuova che metterà le ali ai nostri passi, guiderà le nostre scelte e illuminerà il nostro cammino di una luce nuova.

Immagine: via istockphoto.com