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Corte di Strasburgo su Bolzaneto. ACAT Italia: Subito il reato di tortura

«L’unico vero risarcimento per le vittime di Bolzaneto è l’introduzione reale e immediata del reato di tortura nel nostro codice penale». Questo il commento di Massimo Corti, presidente di ACAT Italia (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura), all’indomani della notizia in merito al patteggiamento da parte del Governo italiano con sei delle vittime che avevano fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.

La notizia è del 6 aprile scorso: l’Italia ha riconosciuto i propri torti relativamente a quanto subìto da sei persone nella Caserma di Bolzaneto il 21 e 22 luglio 2001, ai margini del G8 di Genova, e verserà loro 45 mila euro ciascuno per danni morali e materiali e spese processuali.

«Il nostro paese ha preso degli impegni specifici arrivando al patteggiamento, impegni, che ci auguriamo, non rimangano lettera morta come già successo in passato – continua Corti -. Dobbiamo ricordare che di recente l’Italia è stata sottoposta all’esame periodico universale da parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite; ACAT Italia, insieme a FIACAT (organizzazione ombrello internazionale delle ACAT, ndr.), hanno espresso anche in quella sede le loro preoccupazioni e hanno presentato il proprio rapporto alternativo evidenziando le troppe criticità in materia di rispetto dei diritti umani nel nostro paese. Osservazioni accolte e fatte proprie dal Consiglio che si è ampiamente espresso nella sua relazione finale».

In un comunicato congiunto diramato da ACAT Italia e FIACAT, le due organizzazioni hanno invitato il Governo italiano a introdurre il reato di tortura nel suo codice penale, senza ulteriori ritardi.

Sono 28 anni che l’Italia aspetta una legge sul reato di tortura, da quando cioè nel 1989 aveva firmato la Convenzione ONU contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti di New York del 10 dicembre 1984.