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Colmare le distanze

Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna
Isaia 53, 3

Pilato decise che fosse fatto quello che domandavano: libero colui che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e che essi avevano richiesto; ma abbandonò Gesù alla loro volontà
Luca 23, 24-25

 

 Un esperimento sociale realizzato negli Stati Uniti qualche tempo fa, consisteva in una sorta di Candid Camera in cui alcune persone di ceto medio alto, accettavano di essere truccati da barboni e messi ad elemosinare seduti per terra nelle strade dove essi stessi risiedevano.

Il risultato fu sconcertante: nessuno dei familiari di queste persone li riconobbe, per il semplice fatto che quei barboni erano invisibili ai loro occhi. Praticamente, non rientrando nelle loro sfere di interesse, anzi, costituendo un fastidio sociale, essi effettivamente non li vedevano, e non riconoscevano in essi il papà, la sorella, la moglie.

Il risultato ha evidenziato che la nostra società non fa stima alcuna, ignorandole, di tutte quelle persone che per un motivo o l’altro non sono produttive e che, magari, hanno bisogno del nostro intervento per essere sollevate.

Nella lettura offerta oggi dal Lezionario «Un giorno una parola», il profeta Isaia ci parla del servo del Signore, che in una lettura cristiana identifichiamo col Signore Gesù. La condizione di essere disprezzato, ignorato è già stata vissuta da Gesù in prima persona, da Lui che ci aveva detto che «gli ultimi sarebbero stati sempre con noi» (cfr. Mt 26, 11).

In questi giorni in cui tutti corrono per sè e non vedono altro oltre i propri interessi, e in cui pare abbia preso corpo la parola di Matteo che dice «l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà» (Mt 24, 12), come credenti siamo chiamati a rispondere non solo a parole ma anche nei fatti, affinché si colmi ogni distanza, si abolisca ogni discriminazione, si contrasti ogni rifiuto perpetrato ai danni degli ultimi, dei diseredati, di quelli di cui non si ha alcuna stima.

Immagine: via istockphoto.com