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In Francia insegnante sospeso dopo aver letto la Bibbia a scuola

Gli eccessi fanno degenerare la laicità in laicismo? L’attualissimo dibattito sui confini della presenza religiosa all’interno delle nostre società occidentali interroga tutti, in anni in cui le grandi migrazioni di persone mischiano e ridisegnano priorità e pubblico sentire. In Italia in realtà le discussioni in materia appaiono blande, smorzate, non prioritarie. Laddove il pluralismo, anche religioso, si esprime in maniera più compiuta, si è rivelato nel tempo e si rivela anche oggi necessario ragionare su limiti e confini della presenza o interferenza religiosa nella sfera pubblica.

Fra le nazioni bandiera da questo punto di vista c’è senza ombra di dubbio la Francia, che addirittura da più di un secolo, era il 1905, si è dotata di una legge che disciplina la netta separazione fra stato e chiesa, e che nel tempo è divenuta un vero e proprio cardine della moderna e laica società transalpina, in quanto norma di libertà, che garantisce libero esercizio dei culti con le sole restrizioni nell’interesse dell’ordine pubblico.

Fa scalpore la notizia rimbalzata dalla profonda provincia di Francia, dall’Indre, dipartimento della regione Centro-Valle della Loira: un insegnante delle elementari è stato sospeso dopo che una lettera anonima, scritta da genitori degli alunni, ha segnalato che l’uomo ha letto in varie occasioni dei passi della Bibbia in classe, violando in questa maniera, secondo quanto si legge, i principi della laicità nelle istituzioni scolastiche. L’uomo avrebbe avvisato i genitori all’inizio dell’anno di avere intenzione di utilizzare anche il testo biblico nel corso delle lezioni, in maniera funzionale alla spiegazione di alcuni aspetti della storia.

La missiva anonima ha dato il via ad un’inchiesta e ad un’ispezione da parte delle autorità del ministero dell’Istruzione, che hanno immediatamente richiesto la sospensione del docente, al fine di permettere di rilevare in tempi brevi se effettivamente vi siano state violazioni o meno.

La Carta per la laicità della Scuola, siglata da governo e rappresentanti del mondo dell’istruzione nel 2013, riprende i temi cardine della legge del 1905, plasmandoli sull’insegnamento che in particolare deve esser “laico, senza discriminazioni né pressioni di alcun tipo nei confronti degli allievi”.

Il sindaco del Comune di Badencon-Le-Prin, in cui sorge il plesso scolastico, ha giudicato eccessivamente severa e sproporzionata la misura della sospensione di chi è sempre risultato un serio e apprezzato insegnante, lamentando al contempo di non aver ricevuto alcuna comunicazione a riguardo.

Secondo Pierre-François Gachet, ispettore scolastico del dipartimento dell’Indre, «l’insegnamento religioso non è vietato nelle scuole di Francia. Ma deve esser effettuato con misura e discernimento così da non causare turbamenti a nessuno e da evitare i rischi di proselitismo».

L’inchiesta proseguirà nei prossimi giorni con un incontro con i genitori della classe in questione, ed entro metà marzo è prevista una risposta alla lettera. L’insegnante non rischia il licenziamento, ma ora il precedente è stato creato. Difficile separare campi che normalmente si mischiano, cultura e religioni, storia e società. Tant’è che in Francia ovviamente non è vietato insegnare le religioni e parlare delle differenze che fra loro intercorrono. E’ vietato qualsiasi atto di eccessivo fanatismo o di eccessiva attenzione ad una sola religione. Difficile per i giudici valutare limiti e confini di un tema così delicato. Difficile per noi italiani comprendere che ci sia dibattito sul tema.

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