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San Nicola, Santa Claus, Babbo Natale

San Nicola, Sinterklaas, Santa Claus, Babbo Natale. Oggi 6 dicembre si festeggia il santo di origine bizantina, protettore dei poveri e soprattutto dei bambini, l’unico capace di fare breccia nei cuori iconoclasti del movimento protestante del XVI e XVII secolo, o per lo meno di resistere testardo nella tradizione popolare che lo voleva giungere proprio oggi nelle case dei piccini per distribuire loro doni e sorprese. Non servirono leggi apposite che ne impedivano il culto, in Germania e Olanda, per estirparne la tradizione, divenuta parte integrante della vita familiare anche di chi cattolica non era affatto. Forse perché San Nicola aveva saputo superare i recinti di una fede per farsi personaggio popolare, a disposizione di tutti, pronto a sbucare dal camino per regalare un sorriso ai bambini.

Nel XVII e XVIII secolo poi sono i protestanti olandesi a portare San Nicola, che in olandese si scrive Sinterklaas, negli Stati Uniti, in particolare fra Nuova Amsterdam, quella che oggi è nota come Manhattan e la baia del fiume Hudson, luogo delle prime colonie dei Paesi Bassi nel Nuovo Mondo. Nel tempo Sinterklaas acquisisce la slitta e le renne e il suo nome subisce un processo di anglicizzazione diventando Santa Claus. Perso pressoché ogni riferimento religioso (tranne nel nome, santo per l’appunto) rimangono le renne e il camino per portare i doni. Vari poeti ne cantano le gesta, ed è proprio uno scritto anonimo “A visit from St. Nicholas”, noto anche e soprattutto come “The night before Christmas” a renderlo personaggio noto universalmente. Nel racconto viene descritta una vigilia di Natale – attenzione, ci stiamo spostando quindi dal 6 dicembre al 25 – con i bambini a letto che hanno lasciato le calze appese in attesa dei regali di Santa Claus che puntualmente giunge nella casa con tanto di barba bianca, guance rosse, vestito con pelliccia, sacco di doni in spalla e renne parcheggiate in cortile. La trasformazione è completata.

Il successo è clamoroso, tanto da spostare la tradizione e imporre il Natale come il giorno dello scambio dei doni. L’ultimo tassello lo piazza la Coca Cola. Siamo oramai nel secolo breve, nel 1931, e il mantello di Santa Claus si colora finalmente di bianco e rosso, le tonalità della bottiglia della bevanda. Prima di allora i suoi abiti erano stati blu, verdi, gialli o rossi; nell’iconografia europea era invece alto e segaligno, mentre altre tradizioni ce lo propongono come un elfo. Dopo la Coca Cola Santa Claus (Babbo Natale quindi per noi Europei) sarà sempre e solo più un omone rubicondo e gaudente. Dopo la Seconda guerra mondiale è il momento di attraversare di nuovo l’oceano, sta volta a rotta inversa, per invadere il mercato mediterraneo e soppiantare in questo modo l’usanza del 6 dicembre quale giorno designato per lo scambio dei doni. E soppiantando anche il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, che in alcune tradizioni sostituiva San Nicola.

Immagine: By Michell Zappa] – [1], CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1420663