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Magrì, nuovo presidente dell’Amicizia ebraico-cristiana di Napoli

Martedì 22 novembre, nei locali dell’associazione «Oltre il chiostro» di Napoli, si è riunito il Direttivo uscente dell’Associazione ebraico-cristiana di Napoli (AecNa), per procedere all’elezione del nuovo presidente per il prossimo biennio e al rinnovo delle cariche previste dallo statuto associativo. All’unanimità è stato eletto presidente, il pastore valdese Leonardo Magrì, a cui sono riconosciuti equilibrio, capacità di ascolto ed attitudine alla collaborazione sinergica.

L’Amicizia ebraico-cristiana è nata a Napoli nel 1987, per volontà dell’allora cardinale Corrado Ursi, che ebbe come suoi operosi collaboratori don Bruno Forte e padre Gustavo Galeota, e come preziosi interlocutori il pastore luterano Alberto Saggese, il pastore battista Nicola Lella, il rabbino di Napoli Cesare Eliseo ed Alberta Levi Temin, recentemente scomparsa, che ha dedicato la sua lunga vita a conservare la memoria della Shoah e a promuovere il dialogo ecumenico tra le varie confessioni di fede presenti nella città.

Commentando il suo nuovo incarico, il pastore Magrì ha dichiarato: «Spero che la fiducia riposta nei miei confronti si concretizzi in attività che possano e sappiano coinvolgere non solo l’Amicizia ebraico-cristiana, ma anche altri ambiti della società partenopea. La mia speranza è che il nostro cammino possa proseguire con serenità ma anche con la capacità di saper creare delle “sane tensioni critiche” su tematiche che oggi possono essere fonti di separazioni, mentre noi siamo chiamati sempre più tendere verso un futuro dove lo shalom sia una realtà per tutti e tutte».

Ricordando poi Alberta Levi Temin, tra le fondatrici dell’Associazione, morta alcuni mesi fa, il pastore Magrì ha aggiunto: «In un suo messaggio, Alberta ha lasciato quella che considero essere un’esortazione per tutti/e noi: “Se la testa ancora funziona, quando tutto il resto un po’ meno, sono certa che ciò che ci ha unito si rafforzerà sempre di più”. Quando pensiamo che tutto ciò che ci circonda non proceda bene, ciò che conta veramente è che a funzionare sia la nostra testa con la quale tenere sempre presente lo scopo per cui è nata l’Amicizia ebraico-cristiana, che è quello di rimuovere i pregiudizi e le forme, velate o palesi, di antisemitismo, favorire la conoscenza reciproca e difendere i valori e gli ideali in cui ebrei e cristiani si riconoscono. Il mio augurio è che l’esortazione espressa da Alberta si possa concretizzare sempre più».