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Una cappellana a Lambeth Palace

Dal gennaio 2017 Isabelle Hamley sarà la nuova cappellana dell’arcivescovo di Canterbury. La notizia della nomina è stata diffusa ieri. Compito della Hamley – francese d’origine, che negli ultimi 20 anni ha studiato e ha svolto il suo ministerio in Gran Bretagna, attualmente insegnante in Scienze Bibliche al St. John College, Nottingham – sarà quello di accompagnare la preghiera e la vita religiosa dell’arcivescovo Justin Welby, attraverso la guida della Comunità di Sant’Anselmo presente a Lambeth Palace, residenza ufficiale del primate della Comunione anglicana.

La comunità, fondata dall’arcivescovo Welby lo scorso anno, è formata da cristiani di età compresa tra i 20 e i 35 anni, provenienti da paesi, culture, denominazioni e tradizioni diverse, che per un anno vivono insieme a Lambeth Palace sotto una regola di vita di ispirazione monastica, caratterizzata dalla preghiera, dallo studio e dal servizio ai poveri.

«Sono lieto di dare il benvenuto ad Isabelle nel team di Lambeth», ha detto Welby, capo della Chiesa d’Inghilterra. «Il Cappellano svolge un ruolo centrale: sostiene l’arcivescovo e la famiglia, guida il culto e la preghiera, e dà sostegno pastorale alla comunità che vive e lavora qui».

«Isabelle – ha proseguito Welby – giunge da noi altamente elogiata dalla sua diocesi, dove ha ricoperto diversi incarichi sia nel ministero laico e ordinato, sia all’università e al college. Lei possiede un cuore pastorale, una ricchezza spirituale e una rigorosa comprensione teologica. Non vediamo l’ora di dare a lei, al marito Paul e alla figlia Aelwen il benvenuto a Londra e a Lambeth».

Alla notizia della nomina, Isabelle Hamley ha dichiarato: «Sono molto contenta di poter entrare nel team di Lambeth e di sostenere il lavoro dell’arcivescovo. È un privilegio far parte di un tale ambiente di lavoro ricco e diversificato, al quale portare la mia esperienza. Non vedo l’ora di conoscere tutti coloro che lavorano e vivono a Lambeth e di fare in modo che la preghiera sia il cuore pulsante della nostra vita insieme».