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La stancante situazione degli sfollati

Il 26 ottobre due scosse di terremoto di magnitudo 5.4 e 5.9 con epicentro in provincia di Macerata hanno colpito diversi paesi tra Marche e Umbria. Molti danni agli edifici ma pochi feriti e una vittima di infarto. Nei giorni successivi altre scosse hanno continuato a spaventare e a far restare in apprensione la popolazione. «Alcuni borghi sono completamente distrutti, sembrano città fantasma – dice Greetje van der Veer, incaricata di comunità nella Chiesa metodista di Fermo e Porto San Giorgio e componente della Tavola Valdese – un panorama surreale».

Quale situazione delle persone con cui è in contatto?

«Pur trovandomi in Tavola a Roma, ho avuto molti contatti con le persone della comunità, facilitati dai social network. I membri della comunità non vivono nel cratere del terremoto, ma vicino a luoghi con crolli importanti, soprattutto nelle marche meridionali, da Ancona ad Ascoli Piceno. Ho potuto vivere insieme a loro questa paura. Alcuni hanno passato la notte all’aperto, in macchina, anche se le loro case non hanno subito danni: la paura è grandissima e si somma a quella del terremoto di agosto».

Quale sensazione descrivono le persone?

«Soprattutto stanchezza. Quando ci sono terremoti così forti, quando ogni giorno senti traballare tutto, è davvero molto stressante. Anche se non ci sono vittime il danno non è da sottovalutare, per un paio di mesi ci saranno ancora delle scosse avvertibili. In questi casi il mondo diventa incerto».

Per il terremoto di agosto la Fcei è intervenuta con una sottoscrizione: c’è già una nuova mobilitazione in tal senso?

«Il nostro intervento prosegue, ora stiamo cercando di capire cosa si può fare: la situazione diventa ancora più difficile. Ovviamente non si può intervenire se non con la protezione civile, cosa che rende tutto più difficile e allunga i tempi».

Ci sono iniziative della chiesa metodista locale?

«Questa notte sono arrivati degli sfollati sulla costa a Porto Sant’Elpidio, luogo dove noi ci incontriamo per le nostre attività e dove collaboriamo con la parrocchia locale. Non c’è un’azione diretta da parte nostra, ma come l’altra volta ci organizzeremo insieme a delle associazioni e faremo iniziative a livello ecunemico».

Immagine: via pixabay.com